«Macbeth riletto, al centro la sete di potere»

Viviana Persiani

La natura dell’uomo del Seicento non è poi così differente dall’indole dell’essere umano moderno; probabilmente, oggi, non si ha più il coraggio o l’opportunità di ascoltarsi fino in fondo. Partendo da questa affermazione la compagnia Le Belle Bandiere, dopo aver firmato un sodalizio con il Teatro Stabile di Brescia, sulla scia di una poetica comune, ispirandosi allo shakespeariano Macbeth, ha dato vita a una lettura fedele alla scrittura del drammaturgo inglese, filtrata dallo sguardo contemporaneo. Saranno Elena Bucci e Marco Sgrosso, fondatori del gruppo di artisti orientati verso il teatro di ricerca a portare sulla scena del Teatro Filodrammatici la lettura del Macbeth, «puntando su un’analisi approfondita di quella sete di potere che difficilmente lascia le mani pulite». È Elena Bucci a presentare il lavoro che, dopo il felice debutto di Brescia, con orgoglio calca la scena ai Filodrammatici. «Senza grandi forzature ci siamo lasciati ispirare dalla scrittura di Shakespeare che ha sempre molto da dire anche all’uomo del giorno d’oggi».
Dove risiede l’attualità del testo? «Può capitare a tutti di essere trascinati da una bulimia di potere; come soggetti a chissà quali pressioni ci si abbandona a queste forze oscure, sovrannaturali, impersonate sulla scena da sei Streghe, misteriose medium. Così come Sir e Lady Macbeth che dopo aver scardinato tutti i valori con l’atto scellerato dell’assassinio del Re, non riescono più a proiettarsi verso il futuro, vivendo nella continua angoscia del passato. Oggi, a differenza del passato, ci autobblighiamo a un rumore di fondo assordante che non ci consente di percepire i suoni più lievi».
Quindi per voi è fondamentale l’ascolto?
«Direi di sì, tant’è che con il nostro teatro generiamo un altro tipo di ascolto rispetto a quello al quale siamo avvezzi; in questo periodo ogni evento ci offre una doppia faccia e risulta molto difficile individuare la verità: viviamo in un meccanismo dove è difficile soffermarsi all’ascolto a all’approfondimento».


La vostra messinscena è un'attualizzazione?
«Non parlerei di versione moderna; le scenografie sono essenziali, studiate ad evidenziare gli agganci tra la scrittura di Shakespeare e il mondo di oggi. Non c'è dubbio che sulla scena riecheggino le atmosfere di allora, avvicinate tuttavia al pubblico attuale».
Macbeth, al teatro Filodrammatici, compagnia «Le belle bandiere», dal 21 novembre al 1 dicembre

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