«Chiedo alla Procura della Repubblica di Roma un solo atto di elementare onestà: comunicare ai media che io vado a processo con laccusa di aver istigato non il sabotaggio della lista falsa di Alessandra Mussolini, ma di aver dimostrato lesistenza delle firme contraffatte dalla sua lista e non da me». È quanto sostiene Francesco Storace, allindomani del suo rinvio a giudizio per il caso «Laziogate», reagendo a come la sua vicenda è stata trattata da «tutti quei quotidiani che ancora si ostinano a parlare di spionaggio». Secondo Storace, la sua tesi è dimostrata «dal no alla costituzione di parte civile per la Mussolini» nei suoi confronti, «proprio perché - sottolinea - non è stata affatto danneggiata da me».
«In discussione, per quel che mi riguarda - spiega lex governatore del Lazio ed ex ministro -, cè solo da sapere se io fossi presente o meno alla cosiddetta riunione istigatrice e non mi è più rivolta quellaccusa di spionaggio dei miei avversari politici, per la quale mi dimisi da ministro e che otto mesi dopo è stata completamente archiviata». «Io ho rispettato il lavoro della Procura della Repubblica di Roma - conclude Storace -, ho rispettato la decisione del giudice delludienza preliminare, pur non condividendola; ora mi attendo altrettanto rispetto dal procuratore della Repubblica di Roma con una nota di chiarezza. E spero che i media si decidano anche a dare spazio alla verità». Storace si è detto poi commosso per i numerosissimi attestati di solidarietà giuntigli da ogni parte. «In particolare mi ha fatto molto piacere - ha spiegato - ricevere ieri sera (venerdì, ndr) la telefonata di Silvio Berlusconi che come prima cosa mi ha detto di non mollare». Quindi ha dedicato una battuta anche ad Alessandra Mussolini: «Continua a urlare sola nel deserto. Ieri ho letto le sue dichiarazioni nelle quali continua a dire di essere stata plagiata da me. Ma è stato il magistrato a non darle ragione».
Infine lex ministro si è detto «felice per Fabio Sabbatani Schiuma», il consigliere comunale di An indagato per la stessa vicenda ma definitivamente prosciolto.
«Macché spionaggio Chiedo alla Procura la verità sulle accuse che mi riguardano»
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