In una macchia trovata in chiesa il nome del killer di Elisa

Si continuano a cercare le prove. Due settimane dopo la polizia torna, accompagnata dai magistrati di Salerno che coordinano l’indagine, nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza. E passa al setaccio il sottotetto della basilica, lì dove a 17 anni dall’omicidio è stato il corpo di Elisa Claps.
Circa quattro ore è durata l’ispezione alla quale ha preso parte anche il sostituto procuratore di Salerno, Rosa Volpe, titolare dell’inchiesta. Acquisiti anche resti di liquidi organici, che ora dovranno essere esaminati assieme all’altro materiale catalogato negli ultimi giorni, oltre a impronte tracce di terriccio. Gli inquirenti confidano nei riscontri di laboratorio per individuare chi e quando si sia trovato nel locale.
Oltre ad individuare l’omicida, gli investigatori devono risolvere anche il «giallo» sulla scoperta del cadavere, che sarebbe avvenuta per caso a gennaio scorso. Nuove rilievi nel sottotetto sono previsti per martedì prossimo.
Nel corso degli esami i consulenti hanno prelevato dei liquidi «che si riferiscono certamente al corpo di Elisa Claps» come ha chiarito l’avvocato Mario Marinelli, legale di Danilo Restivo, indagato per il delitto.
Marinelli ha aggiunto che «altrove non è stato trovato nulla. Hanno esaminato tutto il piano. Non ci è stato detto se ci sono tracce del passaggio di altre persone e non è possibile dare certezza del trascinamento». «Con assoluta certezza, posso dire che Danilo Restivo non conosceva il sottotetto» della chiesa della Santissima Trinità.
Gli esami nel sottotetto sono terminati ma la Polizia scientifica tornerà martedì ed «eventualmente mercoledì» nel centro Newmann, al terzo piano, l’ultimo prima del terrazzo. All’epoca della scomparsa di Elisa Claps, il 12 settembre 1993, «Restivo - ha puntualizzato il suo difensore - frequentava molto saltuariamente il centro Newmann: era già diplomato, non credo avesse motivo di frequentarlo. Ritengo che per le frequenze che aveva in questo posto, non avesse cognizione né del terrazzo né del sottotetto e neanche della strada per raggiungere lo stesso terrazzo».
Rispondendo alle domande dei giornalisti sui nuovi esami da svolgere al centro Newmann, Marinelli ha aggiunto «che è quasi lapalissiano che Elisa Claps sia stata uccisa lì. Ma dopo 17 anni di frequentazioni - ha aggiunto l’avvocato - non so che cosa si potrà trovare».
Sugli abiti indossati da Danilo Restivo, il 12 settembre, 1993, spiega che «non c'era sangue: era un'altra cosa. Chi dice che fosse sangue, dice una grandissima falsità».

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Marinelli ha detto che Restivo «è sereno e tranquillo e che conferma di essere innocente e di non sapere più nulla di elisa Claps da quando l'aveva vista uscire dalla chiesa quella mattina del 12 settembre 1993. questo - ha concluso l’avvocato - è negli atti del processo per false dichiarazioni al pm».

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