Cronaca locale

Maciacchini «povero» racconta la sua vita al Teatro della Memoria

«Le ballate sono lo specchio del compromesso e del ridicolo di questo mondo»

Sergio Rame

Continuano le serate di «Vieni avanti... cretino!», la rassegna estiva di cabaret al Teatro della Memoria (via Cucchiai 4, 02-313663) che ha già conquistato il pubblico milanese. Questa sera (ore 21, ingresso: 10 euro) sarà di scena la brillante comicità di Luca Maciacchini con la sua antologia Mi scusi, eh?.
Attore, musicista, cantautore. È pressoché impossibile cercare di iscrivere Maciacchini entro i confini di una categoria preconfezionata: spazia dalle ballate e bosinate di animo popolano e schiettamente buontempone a quelle divertenti e sboccacciate del repertorio da osteria, per poi passare agli ironici e pungenti quadretti di vita quotidiana resi noti al pubblico da cantastorie come Nanni Svampa, alle filastrocche ingenue e candidamente stupide di Walter Valdi o, ancora, alle grottesche e un poco amare canzoni del primo Enzo Jannacci.
«Il mio non è un vero e proprio teatro, così come potrebbe essere inteso nel senso stretto del termine - spiega il cantautore - è una forma di spettacolo semplice e diretta, senza virtuosismi di sorta, che privilegia anche nelle canzoni, eseguite con la sola chitarra, la dimensione del racconto inteso come fatto teatrale».
Si tratta di quel teatro povero che, nato nelle osterie milanesi più di un secolo fa, si è trasformato negli anni cinquanta in vero e proprio cabaret musicale. Tra ballate, canzoni e poesie vengono raccontate, con l'ironia della gente qualunque, storie di ieri e di oggi: personaggi esilaranti e disperati, tragicamente comici, diventano il ritratto di com'è l'uomo realmente, con i suoi tic, gli atteggiamenti più insoliti e le manie più comuni.
«Sono solo storie e ballate che raccontano il compromesso, la guittezza e anche il ridicolo del mondo in cui viviamo», racconta Maciacchini ricordando come questa sorta di cabaret dia al pubblico la possibilità di riconoscere se stesso tra le stralunate facce che compaiono sul palcoscenico.
In sottofondo, Milano. Bella e sempre diversa. Una sorta di viaggio musicale, divertente e divertito: un collage dei migliori pezzi di cabaret di Maciacchini per portare il pubblico alla riscoperta della risata e della sapiente ironia. Il giovane cantautore di Varese porta sul palcoscenico del Teatro della Memoria tutta la sua passione per il cabaret, una passione coltivata negli anni presso la Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi di Milano e il conservatorio musicale Guido Cantelli di Novara.
All'amore per il cabaret unisce la passione per la chitarra e per il jazz. Lavora in teatro con registi del calibro di Gabriele Vacis, Michael Znaniecki, Eugenio Allegri, Walter Manfrè e Roberto Brivio. Tiene concerti in Italia e in Svizzera.

Realizza in proprio diversi spettacoli di cabaret musicale e teatro: indimenticabili Milan l'è on gran Milan e Carpe pie(m).

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