MilanoUn testimone in più: ma un testimone di cui, a occhio e croce, la Procura di Milano avrebbe fatto anche a meno. Lescort Nadia Macrì viene interrogata ieri, a lungo, una manciata di ore dopo essere andata ad Annozero a raccontare a Santoro delle sue notti folli ad Arcore con Silvio Berlusconi e Karima el Mahroug, ovvero Ruby Rubacuori. Si tratta delle dichiarazioni che la mamma di Nadia ha liquidato sbrigativamente come «stupidaggini». E la sensazione è che anche i pm milanesi prendano con le pinze le dichiarazioni della ragazzona di Reggio Emilia.
Tantè vero che il suo interrogatorio avviene - a differenza di tutti gli altri che si sono succeduti in questa inchiesta - a favore di telecamera, con i giornalisti appostati sotto lufficio della polizia giudiziaria dove il procuratore aggiunto Pietro Forno e il sostituto Antonio Sangermano torchiano la Macrì per cinque ore filate. Al termine, il verbale viene segretato. Il messaggio che la Procura sembra mandare è: noi non ci facciamo prendere per il naso, non è che adesso il primo che si sveglia la mattina diventa teste daccusa. Quali sono gli elementi di prova lo decidiamo noi.
Così prima di fare confluire le dichiarazioni di Nadia Macrì nel corpo degli elementi daccusa, la Procura analizzerà con attenzione, attraverso lanalisi dei tabulati del suo cellulare, gli spostamenti della ragazza. Lobiettivo è verificare se davvero si trovava nelle residenze di Berlusconi nei giorni di cui ha parlato nei suoi verbali. Come è noto, la Macrì dichiarò ai giudici di Palermo (che trasmisero per competenza territoriale e sue dichiarazioni a quelli di Milano) di avere avuto rapporti di mercimonio sessuale con Berlusconi in due occasioni, una in Sardegna ed una ad Arcore. Tariffa complessiva: diecimila euro. Ad Annozero la Macrì ha aggiunto di avere ricevuto dei gioielli, che ha mostrato in onda: e, soprattutto, di avere partecipato anche ad un incontro con il premier cui era presente anche Ruby Rubacuori, che poi si sarebbe appartata con lui.
Per linchiesta sarebbe, se confermata, la «pistola fumante» che per ora manca. Ma, proprio per questo, i pm si muovono con grande cautela. «Linterrogatorio era già in programma prima dellintervista ad Annozero», ha sostenuto ieri Francesco Chiesa Soprani, il tipo con il cranio rasato che fa da agente alla Macrì (e che in passato è stato inquisito anche lui per «induzione alla prostituzione»). In realtà, la convocazione sarebbe partita tre giorni dopo la registrazione dellintervista della Macrì al programma di Santoro. Obiettivo: verificare in diretta se ci si trova davanti ad una testimone preziosa o se alla protagonista, più o meno volontaria, di un tentativo di inquinamento dellinchiesta. Lei, al termine dellinterrogatorio, dice solo «non posso dire nulla». Ma gira voce che abbia consegnato, per dimostrare la propria sincerità, i gioielli che dice di avere ricevuto ad Arcore. E Francesco, il suo agente, giura per lei: «Nadia dice la verità».
Nel frattempo, la Procura fa sapere che non ci sono altre minorenni nellinchiesta: una replica al Secolo XIX, secondo cui anche la showgirl Iris Berardi sarebbe stata ospitata a Villa San Martino prima di compiere i diciottanni. Episodio, spiega il quotidiano, del 2009. Le indagini di Boccassini & C. invece scavano solo sul 2010.
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