
La Madonnina «sfrattata» dal Comune troverà rifugio nelle aree Expo. Un brutto schiaffo per Palazzo Marino, che finisce scavalcato e umiliato dall'esito di una vicenda che in Comune non hanno capito o hanno fatto finta di non capire. Il caso è ovviamente quello della statua simbolo di Milano, e più precisamente della copia che è stata realizzata per essere collocata - questa l'idea originale - in una posizione centrale, visibile e prestigiosa come piazzetta Reale. Il progetto - va ricordato - è sfumato per il «no» di Comune e Sovrintendenza. Il sindaco, Giuliano Pisapia, ha precisato che dal Comune non è mai arrivato un parere negativo sull'esposizione ma sulla sua collocazione. Il Comune ha motivato questa sua posizione con ragioni, o pretesti, attinenti ai flussi di turisti previsti in piazza. E ha proposto un'altra collocazione, meno consona per la Madonnina venerata dai cristiani e amata da tutti i milanesi. Ebbene, la Veneranda Fabbrica non si è persa d'animo ed è andata a bussare alle porte di Expo. Ieri l'Amministratore delegato dell'evento Giuseppe Sala ha ricevuto la richiesta di monsignor Gianantonio Borgonovo, presidente della Veneranda Fabbrica, che ha proposto di collocare la copia della Madonnina all'interno delle aree Expo. «Per evitare che continui questo inutile logorio su un simbolo che dovrebbe unificare la città - ha scritto - ho pensato di rivolgermi a lei per chiederle se fosse possibile trovare una soluzione positiva per la collocazione della Madonnina nel contesto di Expo, ben consapevole che i tempi sono molto stretti». «Expo - ha spiegato - rappresenta tutte le istituzioni della città di cui la Madonnina è il simbolo e, non a caso, l'installazione prevedrà un racconto della città e di questa straordinaria storia di popolo». Alla richiesta, Expo 2015 ha dato da subito la più ampia disponibilità e Sala ha risposto addirittura ringraziando Borgonovo «per l'opportunità che offre a Expo di ospitare il simbolo più profondo della nostra città». «È un grande onore ricevere la Madonnina all'Expo - ha detto - e le assicuro fin d'ora la più completa disponibilità a valutare insieme la possibilità di una soluzione che sia all'altezza del suo significato religioso, storico e civile». Insomma, non un semplice sì: «Avere la Madonnina - ha aggiunto - significa per l'Expo farsi portatore in modo ancora più deciso e concreto di quei valori di accoglienza, di tolleranza e di fiducia nel futuro che hanno caratterizzato la Milano religiosa e laica in tutta la sua storia. Sono a sua disposizione per avviare da subito le opportune verifiche per rendere possibile questa grande rappresentazione di Milano e del suo popolo». E già oggi un gruppo di lavoro congiunto si metterà al lavoro per individuare le possibili soluzioni. Il Comune, appresa la notizia, ha cercato di fare buon viso a cattivo gioco: «Questo dimostra come la collaborazione tra istituzioni sia sempre produttiva di buoni frutti» ha detto l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, che ieri era a Bruxelles per un appuntamento importante: la presentazione della mostra «La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano: una grande storia italiana».
Intanto la Lega - che ieri ha portato in centro una sua simbolica Madonnina - non si è lasciata scappare l'occasione per polemizzare
col sindaco: «Ennesima figuraccia mondiale» ha detto Alessandro Morelli. E la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini ha parlato di un «triste» «palleggio di responsabilità fra Comune e Soprintendenza»