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Madre e figlia sgozzate, arrestato il marocchino Era fuggito in Slovenia

Catturato dalla polizia slovena il 27enne ricercato per l’omicidio dell'ex compagna e della figlia. Incastrato da una telefonata alla sorella. Prime ammissioni, ma rifiuta l'estradizione

Madre e figlia sgozzate, 
arrestato il marocchino 
Era fuggito in Slovenia

Treviso - Fine della corsa. È stato arrestato dalla polizia slovena Fahd Bouichou, 27 anni, il marocchino ricercato per l’omicidio dell'ex compagna Elisabetta Leder e della figlioletta Arianna a Castagnole di Paese. L’uomo è stato preso nella zona di Cosina, nei pressi del confine italo-sloveno di Pesek, sull’altopiano carsico, a pochi chilometri da Trieste. La notizia del fermo del marocchino è stata confermata dalla questura di Trieste. Al suo arresto si è arrivati dopo che nel tardo pomeriggio di ieri il giovane aveva chiamato da una cabina della stazione di Trieste la sorella in Marocco, il cui telefono, come quello di altri parenti, era stato messo sotto controllo. A quel punto il questore ha inviato immediatamente a Trieste agenti della questura di Treviso che insieme ad altre forze di polizia hanno stretto il cerchio interno alla zona del confine. Il marocchino è stato fermato appena al di là del confine al passo Fernetti. "In base alle prove raccolte - ha sottolineato il questore Damiano - è Fahd Bouichou l’autore del duplice barbaro omicidio".

Estradizione Fahd Bouichou si trova ora al comando della polizia slovena a Cosina, dove è arrivato anche il dirigente della squadra mobile della questura di Trieste, Mario Bo, che sta analizzando con i colleghi sloveni lo status giuridico dell’uomo e le possibilità di un suo rientro in Italia. Quando è stato fermato l'uomo non ha opposto resistenza. I funzionari di polizia italiani e sloveni stanno verificando l’ipotesi di avviare la procedura di estradizione, sulla base della richiesta formale che sarà avanzata nelle prossime ore dalla procura di Treviso. A quel punto sarà incardinato un procedimento giudiziario al tribunale di Capodistria (Slovenia) per far tornare in Italia il presunto assassino.

Sollievo della famiglia "Meno male, sono contento". Così Antonio Leder, padre di Elisabetta, commenta il fermo di Bouichou. Quindi l’anziano scoppia in un pianto liberatorio e disperato. Tutti gli altri familiari rimangono chiusi nella loro casa di Castagnole di Paese, dove martedì sera avevano atteso invano Elisabetta e la piccola Arianna. Ora aspettao solo di poter celebrare i loro funerali. Per oggi intanto, è attesa l’autopsia di Elisabetta e Arianna.

L'arresto Quando è stato bloccato dalla polizia slovena il marocchino ha tentato subito di mascherare la sua vera identità. Bouichou però aveva addosso i suoi documenti e quindi ha dovuto ammettere che era l’uomo che cercavano. Il fermo di Bouichou a Cosina, appena oltre il confine sloveno, è avvenuto alle 9,30. Nella notte i vigili urbani di Jesolo avevano individuato l’auto di Elisabetta Leder, una Skoda nera, che il marocchino aveva utilizzato nella prima parte della sua fuga per poi servirsi di mezzi pubblici. L’auto è ora a disposizione della polizia scientifica per i rilievi del caso.

Prime ammissioni Bouichou ha cominciato ad ammettere agli investigatori alcune responsabilità in ordine all’omicidio della ex compagna e della figlioletta. Lo hanno riferito alcuni investigatori uscendo dal commissariato di Cosina. L’interrogatorio formale del marocchino si svolgerà in serata a Capodistria dove l’uomo sarà trasferito per essere interrogato dal giudice del tribunale della città slovena.

No all'estradizione Il 27enne ha rifiutato di essere estradato in Italia. Il rifiuto è stato formalizzato dallo stesso Bouichou al giudice del tribunale di Capodistria. Bouichou è stato trasferito in serata dal commissariato di Cosina, dove è rimasto per gran parte della giornata, a Capodistria. L’udienza si è conclusa intorno alle 19. In seguito al suo rifiuto di essere estradato, per portarlo in Italia sarà necessario avviare la procedura ordinaria con l’emissione di un mandato di cattura internazionale da parte della magistratura trevigiana e l’attivazione della successiva procedura da parte della magistratura slovena. Al termine di tale procedimento, Bouichou sarà consegnato alla polizia italiana alla frontiera italo-slovena di Trieste per essere poi sottoposto al giudizio della magistratura italiana.

L’estradizione non avverrà prima di qualche giorno.

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