Nello studio milanese di Annamaria Bernardini De Pace, l'avvocato matrimonialista più noto dItalia, di mariti e mogli in crisi ne sono sempre passati a centinaia. La novità è che «sempre più spesso arrivano accompagnati dai genitori». Cioè dagli «odiati» suoceri.
Avvocato, quanto pesano le suocere nei divorzi?
«La maggior parte delle separazioni sono causate dalle interferenze familiari. Non solo della suocera, ma anche del suocero...».
Può azzardare una percentuale?
«Direi metà dei matrimoni».
Perché secondo lei?
«Perché i genitori non hanno saputo crescere i figli. E questi non riescono a diventare leader della nuova famiglia, ma rimangono figli a vita. Dei bamboccioni, insomma. E i maschi sono peggio delle femmine».
Non saranno tutti così...
«Parlo soprattutto dei 30-40enni, dei figli degli anni Settanta. Che hanno ricevuto un'educazione bambinocratica. Il bambino, che era al centro degli interessi dei genitori, continua ad essere bambino anche nel matrimonio. Continua a dipendere dai genitori che non considerano la casa della nuova famiglia come un territorio che non appartiene loro...».
Non era così una volta?
«No, perché c'era il senso della nuova famiglia. La nuora era padrona in casa propria. Oggi le madri soffrono di affettività simbiotica con i figli».
Un altro «leit motiv» dei divorzi in Italia?
«L'incapacità di assumersi la responsabilità matrimoniale, di capire che si sta con una persona diversa, che ha esigenze diverse, che non si è al centro del mondo».
Il giovane di Salerno aveva posto una condizione: che la suocera non interferisse. In Italia esistono i contratti prematrimoniali?
«Questo non era un contratto, e comunque in Italia non ci sono. Si decide solo il regime legale del matrimonio: la separazione o la comunione dei beni, che ormai le donne non chiedono quasi più, anche quando non lavorano. Invece in questo caso dovrebbero pretenderla, altrimenti poi si trovano senza niente».
Lei è la suocera di Raoul Bova. Suo genero potrebbe mai dire che lei è invadente?
«Sono una nonna molto presente ma una suocera per niente presente. Le mie figlie non hanno bisogno di me. E io non ho bisogno di loro».
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