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Mafia, maxi sequestrato di beni

La Dia a Messina confisca beni immobili, aziende, terreni per 200 milioni riconducibili a Giuseppe Scinardo, ritenuto uomo di fiducia del boss Rampulla. Mantovano: "E' l'antimafia dei fatti"

Mafia, maxi sequestrato di beni

Messina - La sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia di Messina ha confiscato beni per circa 200 milioni di euro riconducibili a Mario Giuseppe Scinardo, 44 anni, originario di Capizzi (Messina) ritenuto uomo di fiducia del Capo di cosa nostra della provincia di Messina, Sebastiano Rampulla. Si tratta di uno dei provvedimenti di confisca più consistenti mai compiuti in Italia. L'operazione é stata coordinata dal procuratore di Catania Vincenzo D'Agata. Il patrimonio confiscato è costituito da numerose società e ditte individuali (con volumi di affari milionari), da circa 230 beni immobili - tra cui immense distese di terreno, appartamenti, ville e locali commerciali - da aziende agrituristiche e vinicole, da impianti di calcestruzzi e da circa 90 mezzi tra camion, escavatori, trattori, mezzi agricoli ed autovetture di grossa cilindrata. I particolari dell'operazione, denominata "Malaricotta 2", stanno per essere illustrati in una conferenza stampa convocata negli uffici della Dia di Messina.

Il provvedimento di confisca, emesso dal tribunale di Catania, si basa su una articolata attività di indagine. La misura patrimoniale è stata chiesta sia dalla procura di Catania che da quella di Messina che, sui beni di Scinardo, svolgevano due distinte indagini. I giudici hanno anche imposto al mafioso la sorveglianza speciale per 3 anni. Tra i beni confiscati ci sono nove tra società e ditte individuali - operanti nei settori economici che vanno dall' edilizia alla produzione di calcestruzzo, dalla produzione dell'energia alternativa (impianti eolici e fotovoltaici) all'agriturismo, dalle coltivazioni agricole e produzione di vino, all'allevamento di bovini e ovi-caprini - tutte intestate a Scinardo ed ai suoi familiari; l'agriturismo Casale Belmontino; 229 immobili, tra terreni e fabbricati, dislocati in tre province diverse (Catania, Siracusa ed Enna); un'azienda agricola di allevamento bovini nel comune di Enna; 88 mezzi tra camion, escavatori, pale meccaniche, trattori, betoniere ed altri mezzi destinati all'agricoltura e all'allevamento del bestiame; 11 capannoni per la custodia degli animali; 61 silos per lo stoccaggio del vino, del foraggio e delle materie prime destinate alla produzione di mangimi; un impianto di calcestruzzo e 500 capi di bestiame.

Mantovano: è l'antimafia dei fatti "Nel silenzio della concretezza 'l'antimafia dei fattì coglie un nuovo successo che conferma la validità della strategia di contrasto alle mafie impostata dal Governo". Così il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, commenta la confisca. "L'aggressione ai patrimoni illeciti, parte di un più ampio pacchetto di misure antimafia senza precedenti nella storia della Repubblica - osserva Mantovano - soffoca la riorganizzazione dei gruppi criminali e, soprattutto, attribuisce senso e risorse agli sforzi, esemplari, compiuti dalle forze dell'ordine". "La stima complessiva dei beni sequestrati dall'introduzione delle norme in questione (5.

372 milioni di euro) - aggiunge - é destinata a salire alimentando in maniera consistente il Fondo Unico Giustizia, grazie al quale i patrimoni delle mafie si traducono in risorse nella disponibilità dello Stato per contrastare la stessa criminalità organizzata".

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