Ennesima richiesta dergastolo per Totò Riina, lormai ex capo dei capi di Cosa nostra catturato nel gennaio del 1993. A chiedere il carcere a vita per il superboss ormai ottantenne e già detenuto nel carcere milanese di Opera il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Il magistrato, prima di volare a Parma per interrogare Massimo Ciancimino, ha concluso ieri a Palermo la sua requisitoria al processo per lomicidio del giornalista de LOra Mauro De Mauro. Il cronista, il 16 settembre del 1970, fu sequestrato sotto casa e ucciso. Sicuramente dalla mafia, e infatti il pm Ingroia ha chiesto la condanna a vita di Riina in quanto unico sopravvissuto del triumvirato mafioso che allepoca reggeva Palermo. Il perché è molto più complesso. De Mauro, secondo la tesi della Procura di Palermo, sarebbe stato stritolato per due motivi «convergenti»: le sue indagini sulla morte di Enrico Mattei, legate allincarico che aveva ricevuto dal regista Francesco Rosi in vista del film sulla misteriosa scomparsa del presidente dellEni: e il tentato golpe Borghese. De Mauro sarebbe venuto a conoscenza del progetto eversivo in cui erano coinvolti uomini dei servizi, ambienti neofascisti e gruppi mafiosi, e per questo si sarebbe deciso di farlo sparire.
Riina, che ha seguito tutte le udienze del processo dal carcere milanese in videoconferenza, ha accolto senza colpo ferire lennesima richiesta dergastolo a suo carico. Per lui il pm ha chiesto anche tre anni di isolamento diurno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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