«È un lavoro stupendo, che dà molte soddisfazioni a livello umano, personale e professionale. Il grazie di tante persone ti riempie il cuore». Sabrina De Lellis è maggiore dell'Aeronautica Militare. Nata a Nettuno, classe 1978, è entrata in Aeronautica nel 2000, con il corso Aquila quinto, il primo in cui le donne hanno avuto accesso alle forze armate. «Volare mi è sempre piaciuto racconta ma mai avrei pensato di diventare pilota aeronautica». Sabrina è una delle ufficiali pilota del 31esimo stormo, incaricata di effettuare voli umanitari e voli ospedale. «Sono arrivata a Ciampino nel 2016 dice ma tutto è iniziato all'Accademia di Pozzuoli, dove tra l'altro mi sono laureata in Scienze Politiche. Poi nel 2006 ho conseguito il brevetto di pilota militare presso la scuola di volo a Lecce». Il maggiore De Lellis è stata tra le prime quattro piloti donna a conseguire il brevetto. Ma anche una delle prime a pilotare un C-130. Ora a Ciampino, è inquadrata nel 31esimo stormo, trasporta ogni giorno persone in imminente pericolo di vita.
«È un lavoro stupendo spiega e la consapevolezza di essere a disposizione della collettività e di poter aiutare una persona in difficoltà, è una cosa che non si riesce a spiegare. Sono grata all'Aeronautica che mi permette di svolgere questo servizio alla comunità e all'Italia». Un lavoro spesso svolto nel silenzio, nell'ombra, senza medaglie o elogi. Non ci sono feste o cene che tengano. «È capitato che sia stata chiamata nel cuore della notte o durante le feste di Natale o Pasqua dice il maggiore De Lellis ma è un lavoro che si fa con il sorriso. Svegliarsi di notte, stare sempre col telefono acceso non pesa. Anzi, è una delle attività più belle che si possano svolgere».
L'ultimo volo che ha effettuato Sabrina è il trasporto di una donna incinta alla 35esima settimana, con il feto in pericolo di vita. «Doveva essere trasportata immediatamente racconta perché se fosse entrata in travaglio, il bimbo sarebbe stato in pericolo di vita. In quel momento devi fare le cose in sicurezza ma con urgenza. È un lavoro di precisione e di velocità: tempestività e sicurezza sono le due parole chiave».
«Abbiamo trasportato la donna da Alghero a Genova prosegue mi hanno chiamata mentre ero a cena. Sono partita subito. Dopo il trasporto non abbiamo più saputo nulla. Spesso accade così: che non sappiamo più niente delle persone che trasportiamo, anche se speriamo che vada tutto bene».SSa
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