Luciana Baldrighi
Venti dipinti, olii, pastelli con tecniche miste su tela e carta, realizzati da Elena Carozzi, in questi ultimi anni, e presentati per la prima volta a Milano alla Galleria Antonia Jannone di corso Garibaldi 125 insieme ad alcune opere di Vincenzo Nucci, visibili fino al 19 luglio.
Milanese, la giovane artista classe 1967 vive e lavora a Sarzana dove ha esposto per la prima volta nel 2002. Il catalogo che accompagna la mostra contiene un testo di Emma Gravagnuolo con contributi di Omar Galliani e Giuseppe Cederna. I soggetti sono tassativamente estivi, paesaggi illuminati da una luce tenue e calda, ombrelloni, spiagge, ma anche donne che riposano pigramente sotto il sole della Versilia, mentre si vestono e passeggiano; sdraio vuote in attesa delle loro padrone o chiuse per la sera, bagnanti che conversano come ai tempi de «La villeggiatura» di Carlo Goldoni. In questi dipinti si sente il sapore di un tempo andato, di una tradizione e, contemporaneamente, la voglia di tornare a un certo tipo di calma e tranquillità, la stessa che si avverte quando si accede nel bel cortile elegante che precede la Galleria Jannone esperta in paesaggi e architetture. Il tema della mostra non è da ricercare nel soggetto, ma nel taglio cromatico e datmosfera; la sovrapposizione dei piani, il calore, la calma che scorre e non fugge. Persino gli odori ci portano lontano dalla frenesia quotidiana.
La Sicilia è il tema attorno al quale verte tutta la tematica del «Ratto di Persefone» di Vincenzo Nucci. Il silenzio e la calma di queste tele sembrano volere tenere lontana la tempesta economica. La solitudine della natura immobile di questa terra sommersa e la luce abbagliante che si staglia contro il cielo, anche la notte sembra assorbire nel silenzio tutto il bagliore e lombra di una tragedia che si è persa nella notte dei tempi. Come avviene nel mito greco la bella Persefone figlia di Zeus e di Demetra, un giorno si trovò circondata dalle sue amiche ninfe cogliendo viole e gigli non lontano da Enna in una Sicilia verdeggiante e incantata. Poco prima dellIndicibile, nella forma dello zio Plutone, re degli inferi e dei morti, fratello del padre, Zeus uscì fuori dalla terra per rapirla e portarla nellAde. La madre Demetra disperata per la scomparsa della figlia percorse tutta la Sicilia e sconfitta scaricò tutte le sue ire sullintera isola compiendo così la sua vendetta: la regione fertile si trasformò in una landa desolata. Lartista siciliano ha saputo cogliere quei silenzi evitando a volte persino di dipingere il mare per ritrovare quellintimistica eleganza rarefatta alla maniera di Bonnard. Dalla tragedia dallaspro sapore finale si può trovare unombra, unapparizione, un soffio di vento che ci ricorda la bella Persefone.
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