Ecco chi è Marcello Viola, il "Papa straniero" della procura di Milano

Marcello Viola è il primo procuratore generale, dopo mezzo secolo, che non è cresciuto professionalmente presso la procura di Milano

Ecco chi è Marcello Viola, il "Papa straniero" della procura di Milano
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Marcello Viola è il primo procuratore generale, dopo mezzo secolo, che non è cresciuto professionalmente al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. Originario di Caltanisetta, Classe 1957, entra in magistratura dal 1981 e si "fa le ossa" in Sicilia combattendo la mafia come pm a Palermo e in seguito come procuratore a Trapani. Prima di sbarcare a Milano al posto di Francesco Greco, fino al 2022 svolge il ruolo di procuratore generale di Firenze. Viola, il ’Papa straniero’ nominato dal Csm, ora è a capo della procura che, come ricorda Il Giorno, nel 2015 vide lo scontro tra l’allora procuratore Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo che accusava il suo capo di non voler indagare sugli appalti dell’Expo che Milano ospitò proprio dieci anni fa.

Le indagini sulla gestione dell’urbanistica milanese nascono dagli esposti presentati anni fa dai residenti che ritenevano di essere stati danneggiati dalla costruzione delle nuove torri che sono sorte al posto di aree dismesse vicine alle loro case. Esposti su presunti abusi edilizi che hanno dato vita alle indagini affidate dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano a un pool di pm composto da Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, che grazie al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha scoperchiato il business del mattone.

I pm, nel decreto di perquisizione, evidenziano la “degenerazione della gestione urbanistica dell’amministrazione comunale di Milano i cui uffici, piuttosto che presidio di tutela dell’interesse pubblico e centro della pianificazione urbanistica sono stati asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria di soggetti privati che hanno imposto programmi e interventi di un’imponente e incontrollata espansione edilizia della città”. Le indagini della procura di Milano, coordinate dal pm Paolo Storari, hanno riguardato anche lo sfruttamento che c'è dietro il made in Italy e il mondo della moda e del lusso. Nel mirino della procura è recentemente finita Loro Piana e prima ancora Armani, Dior e Alviero Martini S.p.a., aziende che sono state sottoposte all'amministrazione giudiziaria. Procedimenti, questi ultimi, poi “tutti conclusi positivamente con la revoca della misura”, dopo percorsi virtuosi di bonifica.

Le inchieste sul caporalato nella logistica e nei trasporti, infine, hanno permesso di recuperare somme milionarie e di mettere in regola migliaia di lavoratori. Persino Amazon è finito sotto osservazione per una presunta maxi-frode fiscale.

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