Pazzali e altri 14 verso il processo per le spiate illegali di Equalize

Chiuse le indagini sui dossieraggi abusivi. L'ex presidente di Fondazione Fiera accusato di associazione per delinquere

Pazzali e altri 14 verso il processo per le spiate illegali di Equalize
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«Agiva per finalità di profitto» per la «commercializzazione delle informazioni illecitamente acquisite, oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare all'occorrenza soprattutto i settori della politica e dell'imprenditoria» il gruppo di presunte cyber-spie che ruotava attorno alla Equalize, la società dell'ex presidente di Fondazione Fiera, Enrico Pazzali. Lo scrivono i pm nell'avviso di chiusura indagini notificato ieri a 14 indagati, oltre a Pazzali, nella maxi inchiesta della Dna e della Dda di Milano su presunti dossieraggi con accessi abusivi a banche dati segrete. La chiusura indagini con oltre 200 capi d'imputazione, firmata dai pm Francesco De Tommasi, Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

Si tratta del primo e principale filone di indagine sugli spioni di Equalize arrivato a chiusura. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazioni abusive e rivelazione di segreto d'ufficio. «Prendiamo atto dell'avviso di conclusione indagini notificato dalla Procura - dichiara il legale di Pazzali, l'avvocato Federico Cecconi -. Prenderemo quanto prima contezza dell'incartamento processuale in modo da poter esperire ogni più opportuna iniziativa difensiva». Tra i destinatari dell'avviso ci sono l'esperto informatico Nunzio Samuele Calamucci, il costruttore romano Lorenzo Sbraccia e l'ex carabiniere del Ros Vincenzo De Marzio (l'ex superpoliziotto Carmine Gallo è morto ai domiciliari a marzo). Il tribunale del Riesame, dopo l'udienza che si è tenuta a marzo, deve ancora pronunciarsi sull'appello dei pm che hanno insistito sulla richiesta d'arresto, ai domiciliari, per l'ex titolare dell'agenzia investigativa di via Pattari.

È proprio sul ruolo di Pazzali che la Procura si concentra nel nuovo atto, in particolare alla luce delle dichiarazioni messe a verbale da Calamucci e Gallo, che dopo l'arresto hanno collaborato alle indagini. L'ex patron di Fondazione Fiera, accusato anche lui di associazione per delinquere, avrebbe ricoperto «un ruolo di vertice all'interno del sodalizio, quale ideatore, promotore e organizzatore dell'associazione. In particolare, anche in virtù della fitta rete di relazioni e di conoscenze di cui godeva anche in ragione del proprio incarico». Inoltre «il Capo» si sarebbe occupato «del procacciamento d'importanti clienti» per Equalize e sarebbe stato «pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate» per il dossieraggio ritenuto illegale «era lo Sdi», cioè il Sistema di indagine delle forze dell'ordine, in teoria inviolabile.

Per la difesa, al contrario, l'ex socio di maggioranza dell'agenzia investigativa era tenuto «all'oscuro» delle attività illecite dei suoi collaboratori e dei metodi illegali usati per «bucare» la banche dati segrete. Mentre il vero business della società si basava su relazioni «reputazionali» perfettamente legali.

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