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Salvini convoca d'urgenza i suoi. La Russa smaschera Conte e i pm

Oggi Consiglio federale della Lega. Il vicepremier pubblica un nuovo pezzo del suo libro. Il presidente del Senato: "L'ex premier non era convinto, ma non si dimise"

Salvini convoca d'urgenza i suoi. La Russa smaschera Conte e i pm
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Il giorno dopo Matteo Salvini torna sulle barricate. Convoca d'urgenza il consiglio federale della Lega. E pubblica on line Processo a un italiano, in sostanza l'aggiornamento di due capitoli del suo recente libro Controvento. Dentro, c' è la sua versione di quello che sarebbe successo ad agosto 2019, il braccio di ferro con gli spagnoli di Open Arms che ora gli costa un processo e una richiesta di condanna, caso unico non in Italia ma in Europa, a 6 anni per sequestro e rifiuto di atti d'ufficio.

Tutto questo nel giorno in cui il presidente del Senato Ignazio La Russa allunga due sciabolate, la prima ai pm di Palermo e la seconda all'ex premier Giuseppe Conte, capo del governo In cui Salvini era al Viminale.

«La pubblica accusa in Italia, specie in processi come questo - spiega La Russa - fa prevalere una tesi, che noi avvocati conosciamo molto bene, che è quella che vuole affidare soprattutto ai pm il compito di interpretazione estensiva delle norme. Ma la magistratura non deve correggere le norme, anche quando fossero sbagliate. Possono applicare le norme, non correggerle».

Per il presidente del Senato, dunque, i pm si sono infilati nel labirinto normativo e ne sono usciti con quella richiesta choc, giocando di sponda fra trattati internazionali e leggi italiane. È lo stesso tema sollevato sul versante della corruzione da Giovanni Toti che ammetteva i fatti ma non i reati, anche se poi l'accordo per il patteggiamento (ora nelle mani del gip) ha mandato in archivio quella querelle. Ma La Russa ne ha anche per Conte, ascoltato come teste nel dibattimento di Palermo contro il leader della Lega: «Mi chiedo - è la premessa - con quale faccia non diano solidarietà a Salvini i suoi colleghi di allora, quando faceva il ministro dell'interno di un governo che noi non abbiamo appoggiato. L'allora presidente del consiglio Giuseppe Conte - attacca La Russa - dice che di quella decisione non era tanto convinto, ma se è un reato così grave da far rischiare 6 anni di carcere, tu, caro Conte, in quel momento dovevi dimetterti e far cadere il governo, altrimenti vuol dire che eri comunque d'accordo».

Siamo al cortocircuito politico giudiziario. È vero che Conte prese le distanze, ma in qualche modo rinnegò una linea politica che fin lì aveva condiviso.

Del resto, in quei giorni di agosto 2019 l'esecutivo Conte I si stava sfasciando e si preparava il salto nel Conte 2.

Salvini invece in Processo a un italiano racconta quelle settimane di passione e i contrasti con la nave di Open Arms: «Il comandante assicura di aver voluto seguire le regole, eppure il primo agosto il governo italiano gli aveva notificato un divieto di ingresso nelle acque territoriali. Open Arms rifiuta di fare rotta verso la Libia, non chiede un porto sicuro al suo stato di bandiera, la Spagna, ignora l'invito di quest'ultima a rivolgersi alla vicina Tunisia, non accetta di far sbarcare i migranti a Malta. Resta per quattordici giorni nel cuore del Mediterraneoperde tempo anziché fare rotta verso la Spagna», che, nota il vicepremier, era a «60 ore di navigazione».

Oggi, intanto, si riunirà il consiglio federale del partito.

All'ordine del giorno un solo punto: iniziative per difendere la democrazia. Si pensa a gazebo in tutta Italia nei prossimi week end. E a una grande manifestazione a Palermo, con tutti i parlamentari, il 18 ottobre, quando a parlare sarà Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini.

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