Magnini nei 100 metri cerca la rivincita sull’olandese volante

Appuntamento alle cinque della sera: l’ora delle sfide da Ok Corral. Siluri in acqua e cinquanta secondi senza respiro. Filippo Magnini ci riprova. Ieri lo diceva a voce bassa, ma neppur troppo. «Il più forte sono io, l’unico che mi può sorprendere è Peter». Peter è Van den Hoogenband, siluro da record dei 100 metri stile libero. Ha già vinto i 200 sl, ha voglia di far abbassare lo sguardo guascone di questo italiano che ieri girava con un cappellino che portava disegnata una corona. Chissà perché? Come dire: la corona ce l’ho io. Stavolta Magnini fa guerra psicologica. È venuto a Budapest per vincere, anzi rivincere dopo aver affondato VDH due anni fa a Madrid. Allora era un signor nessuno, oggi è il campione del mondo: il titolo pesa.
Ieri il nostro ha nuotato con fatica alla mattina, VDH stava meglio: sesto tempo per l’italiano, terzo per l’olandese. Poi le semifinali sono state tutt’altra cosa: il campione ha innestato il turbo nella seconda vasca e ne ha cavato il miglior tempo di tutti (48"91). VDH ha arrancato un po’(quinto tempo), Simon Burnett, l’inglese con il miglior tempo stagionale, è finito fuori dagli otto della finale. Christian Galenda si è infilato con il sesto tempo. C’è tutto per un bel thrilling.
Magnini sente la tensione sotto pelle, ha voglia di stupire. Il tecnico di VDH ha promesso vita dura, ma ha pure ammesso che il suo uomo stavolta si è preparato meglio per i 200 metri.
Tutti dicono: si può anche perdere, sono soltanto europei. Però Magnini vuol sentirsi campione con i fatti. Dice: «Penso di essere uno dei due favoriti. E credo di avere più carica di Peter». Fosse per lui proverebbe anche il record del mondo. Dice di averci pensato il primo giorno. «Dopo la staffetta mi sono sentito così bene e mi sono detto: qui posso fare il primato del mondo». Lo ha dimostrato con quel finale da siluro vero, niente di umano.
Poi si è fatto prendere alla gola dai 200 metri. Ci ha provato senza convinzione, voleva perfino rinunciare. «Ho sommato troppa fatica, mi sono preoccupato. Ma ora che ho vinto un bronzo, sono contento. In fondo c’è più gusto: se vinco i 100, dopo la fatica dei 200. Vincere con tanta fatica addosso. Una meraviglia e un divertimento».

Ci ha ragionato sopra. Ha visto gli altri e si è convinto di poter continuare ad essere re. Gli basterà stare appena sotto i 49 secondi. Stamane si farà la barba. Vuol essere presentabile sul podio. Un vezzo e una scaramanzia.
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