Da Mahler agli Stones. La Treccani diventa pop (e abbatte pregiudizi)

Arriva la prima "Enciclopedia della Musica contemporanea" che raccoglie tutti i generi

Da Mahler agli Stones. La Treccani diventa pop (e abbatte pregiudizi)
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Una dopo l'altra sono oltre tremila voci, quattro volumi, una rilegatura inconfondibile. Treccani, non c'è bisogno di aggiungere altro. La musica si distingue essenzialmente in quella che ci piace e quella che non ci piace, ma tutta insieme, catalogata con originalità e autorevolezza, si trova per la prima volta nella Enciclopedia Globale della Musica Contemporanea che è stata presentata l'altro giorno (anche) alla Triennale di Milano e che diventa un caso unico nell'editoria italiana. Non soltanto per l'obiettivo ambizioso dell'opera, alla quale ho partecipato in minima parte anche io su richiesta dell'indimenticabile Ernesto Assante, ma soprattutto per il rilievo culturale che è destinata ad assumere. Treccani è incontestabilmente un caposaldo della cultura italiana e ogni sua iniziativa consacra o, al contrario, annulla l'importanza di un fenomeno, di un cambio d'epoca, di una mutazione linguistica.

Quindi è decisivo che la musica contemporanea compresa tra il 1900 e oggi, cioè proprio tutta, da Schönberg al punk, da Puccini agli Abba agli ZZTop, sia compresa e definita in un unico confine intellettuale. È una legittimazione culturale di altissimo livello soprattutto per chi, artisti o fenomeni musicali generalmente pop, finora ne ha avuta pochina, nonostante l'indubbia presa sul pubblico e l'innegabile rilievo sociale. «Proviamo a mettere un po' di ordine nel flusso ininterrotto di musica che contraddistingue il nostro tempo», ricorda Sandro Cappelletto che è direttore dell'opera insieme a Ernesto Assante, critico e giornalista raffinato. È stato lui a innescare «la scintilla» come dice Cappelletto ma la scomparsa improvvisa gli ha impedito di godersi il risultato. C'è anche la sua raffinata vocazione «popular» nel lungo elenco di voci alle quali ha lavorato con dedizione precisa anche la redazione Treccani, impegnata a mettere ordine, anche anagrafico, allo sterminato elenco.

«La definizione stessa di musica leggera - vastissimo e problematico contenitore semantico - nasce nel Ventesimo Secolo», riassume Cappelletto aggiungendo: «Ma chi potrebbe definire leggera la musica di Bob Dylan, artista insignito del premio Nobel nel 2016?». Ed è proprio nella delicata alchimia tra «sacro» e «profano», tra linguaggi musicali colti o coltissimi e partiture musicali grezze e istintuali, che risiede uno dei punti di forza dell'Enciclopedia della Musica Contemporanea. È una scelta coraggiosa, quasi rivoluzionaria, volta comunque a smontare i pregiudizi che spesso intaccano la veduta d'insieme. Musica contemporanea. Tutta. La classica. Il jazz. La sperimentale. Il rock. La trap. Il metal. Il rap. La canzone d'autore. È un «crossover» finalmente decisivo tanto da diventare il punto di non ritorno nelle diatribe tra loggionisti. L'Enciclopedia «è un esempio originale di amore e attenzione verso la musica nella sua totalità, capace di raccontare in maniera stimolante i principali generi musicali rappresentati in tutto il mondo. Un'opera che dedichiamo ad Ernesto Assante, un grande giornalista che ha amato profondamente la musica» aggiunge Massimo Bray, direttore generale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. A fare la differenza sono anche le voci tematiche che attraversano trasversalmente questo mondo viaggiando con diverse chiavi di lettura, anche critiche, e realizzando precisamente le tendenze, i movimenti e i contesti geografici. La completezza, poi, si distende anche nell'analisi di alcuni temi che sono contigui ma non per questo meno fondamentali. Ad esempio, globalizzazione e musica, le musiche della Diaspora, politica e musica, sconfinando anche, com'è giusto e naturale, nel Cinema, nelle Arti visive, persino nella Filosofia e nelle Neuroscienze.

Insomma, questi quattro volumi, corredati da oltre tremila foto, sono uno sguardo complessivo e mai fazioso sull'arte primigenia dell'Uomo che, paradossalmente, è stata quella spesso più sottovalutata o addirittura snobbata da chi generalmente definisce i confini della Cultura. Passando da Gustav Mahler ai Rolling Stones nell'arco di qualche pagina si compie un percorso pressoché totale che diventa non solo indicativo e didascalico ma soprattutto assume nell'insieme una portanza culturale inedita.

«Senza musica la vita sarebbe un errore» scrisse Nietzsche nel Crepuscolo degli idoli. Questa Enciclopedia aiuta ad annullare le distanze tra i generi, quando sono pretestuose, e a esaltare l'incredibile, portentosa capacità narrativa di chi ha scelto le note per dare un suono al proprio animo.

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