Come ogni anno, a poche ore dalla conclusione della Mostra, scatta il gioco del Toto-Leone. Che però stavolta sembra essere il più rischioso di sempre. Da una parte molto critici che ancora non hanno gridato al capolavoro tra i 24 film in concorso (mancano ancora da vedere Drei di Tom Tykwer, Barneys Version di Richard J. Lewis e Road to Nowhere di Monte Hellman) e dallaltra il mistero, quasi insondabile, dei gusti di Quentin Tarantino. Il presidente di peso di una giuria che più eclettica non si può con Arriaga, Dapkunaite, Desplechin, Elfman, Guadagnino e Salvatores. Gli occhi però sono puntati solo su Tarantino, amante del cinema italiano di serie B. E allora sì, magari vincono le teste mozzate dei samurai di Detective Dee and The Mystery of Phantom Flame di Tsui Hark. Ma no vuoi mettere la freddezza dei cadaveri di Post Mortem di Pablo Larrain o, agli antipodi, il divertimento di Potiche di François Ozon? I raffinati Somewhere di Sofia Coppola e Black Swan di Darren Aronofsky, passati nei primi giorni, sembrano già appartenere a un passato lontano anche se molti danno il secondo per favorito. C'è chi giura poi che per i quattro film italiani le speranze di vittoria siano nulle e altri che si aggrappano almeno ad Alba Rohrwacher, protagonista di La solitudine dei numeri primi di Costanzo, per sognare una Coppa Volpi.
Meglio allora attenersi ai fatti.
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