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Maicon show La Seleção quasi promossa

Tutto facile per il Brasile di Carlos Dunga. Tre gol agli Stati Uniti, nessun colpo di scena come successo nella prima partita contro l’Egitto e accesso alle semifinali in tasca: ai verdeoro ora potrebbe bastare anche una sconfitta con un gol di scarto per passare alle semifinali.
Stati Uniti praticamente mai in partita. Julio Cesar trema solamente due volte a partita ormai chiusa: Feilhaber e Casey colpiscono la traversa quando il Brasile ha già tirato i remi in barca, forte delle reti di Felipe Melo, Robinho e Maicon. Dall’altra parte invece, il Brasile gioca a fare il Brasile: risultato, allo stadio si divertono tutti tranne gli undici a stelle e strisce. Maicon sulla destra è il solito sfacelo: se Cafu era il Pendolino, lui è una Frecciarossa. Difende, dribbla, crossa, attacca e non si ferma mai. Dal suo piede parte la palla del gol di Felipe Melo; quando poi scambia ad alta velocità con Kakà nessuno sembra accorgersene e lui s’inventa la parabola del 3-0. In mezzo il raddoppio di Robinho, che poi è un contropiede fulminante da stropicciarsi gli occhi. Tre passaggi, da area ad area in una manciata di secondi, non è roba che si vede tutti i giorni.
E allora i problemi di Dunga rimangono solo quelli di abbondanza.

A leggere la lista dei «panchinari» si potrebbe mettere in piedi un Brasile-bis da far paura: Dani Alves, Elano, Pato, Julio Baptista e Juan non sono propriamente dei rincalzi. Senza dimenticare chi in Sudafrica non c’è gente come Ronaldinho e Adriano. Avessero tutti questi problemi...

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