Malasanità a Isernia Il «118» non risponde per un’ora e mezza e l’ammalato muore

IserniaChi avrebbe dovuto rispondere erano gli operatori del 118. Chi, invece, aveva bisogno dell'intervento urgente dei sanitari era Antonio Del Corpo, 65enne di Pozzilli, un piccolo centro di 2.000 abitanti in provincia di Isernia, al confine tra Molise e Campania. Un'ora e mezza a tentare di chiamare e richiamare quel numero. Niente. Più passa il tempo, più la disperazione e lo sconforto nei volti dei familiari di Antonio, la moglie e i due figli, si fa sempre evidente. Soprattutto nel ricordo di quei tragici momenti.
Sono all'incirca le 4 di ieri mattina. Antonio è disteso nel letto quando inizia ad avvertire dei piccoli dolori al petto. Chiede a sua moglie di accompagnarlo in bagno. Con loro, a casa, vive il figlio più piccolo che viene svegliato dalla madre. I dolori non passano. È il caso di chiamare il 118. Ma nessuno risponde. Il figlio di Antonio è spaventato, ma nonostante sia piena notte esce sul balcone e chiama aiuto. Alcuni vicini sentono. E iniziano pure loro a chiamare il 118. Ma nessuno risponde. Il telefono squilla a vuoto. Tutti si danno da fare. Dai tabulati che mostreranno all'indomani, le chiamate effettuate al 118 per una richiesta di soccorso urgente superano le cinquanta. Tutte senza risposta. Dopo oltre un'ora, quando ormai le condizioni si sono aggravate, parte una telefonata al 113. «La Polizia dopo aver raccolto il nostro allarme - racconta Anna, parente della vittima - ci ha richiamato, dicendo che anche a loro dal 118 non rispondeva nessuno. Solo più tardi i poliziotti sono riusciti a mettersi in contatto con l'ospedale più vicino, senza passare per il 118, e a far arrivare un'ambulanza del pronto soccorso. Mio cugino, però, era già morto per un probabile infarto ed erano già passate le cinque».


Sulla vicenda ora indaga la magistratura. Ma i soccorsi sono arrivati quando per l'uomo non c'era più niente da fare. I familiari sono convinti che l'arrivo tempestivo dei sanitari avrebbe potuto salvare l’uomo. E ora. con una denuncia, chiedono giustizia.

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