Roberto Fabbri
Clamidia, herpes e gonorrea, ma anche la «vecchia» sifilide. Viviamo nellepoca dellAids e lattenzione verso queste malattie, tipici «regali» di rapporti sessuali sregolati o imprudenti, era passata in secondo piano, quasi si trattasse di qualcosa di poco importante. Ma il governo britannico, trovatosi a fronteggiare unesplosione di affezioni veneree tale da mettere in grave difficoltà il sistema sanitario nazionale, ha deciso di correre ai ripari lasciando spazio alla fantasia.
Ecco dunque che gli inglesi potranno trovare nei luoghi pubblici più frequentati (supermercati, stazioni di servizio, negozi di parrucchiere) kit gratuiti per effettuare a casa propria, in assoluta privacy, gli esami per le malattie sessualmente trasmesse. Lobiettivo è quello di far diventare il test unabitudine comune.
Il problema è molto serio. Lo scorso anno 750mila cittadini britannici hanno contratto una di queste infezioni. E tutte sono in crescita impressionante. La sempre più comune clamidia è quella che fa più paura: provoca pochi sintomi, colpisce uomini e donne soprattutto sotto i 25 anni, e se non curata può causare sterilità e gravidanze extrauterine. Ma anche herpes e gonorrea sono in crescita: nel 2004 se ne sono registrati rispettivamente 17mila e 21mila nuovi casi. E perfino la sifilide, considerata a torto una malattia da manuali di storia della medicina, sta ritornando di inquietante attualità, seppure su scala minore: nel 2004 in Gran Bretagna se ne sono registrati 2.254 casi, contro i soli 141 del 1995.
Le cause di quella che rischia di diventare unepidemia fuori controllo sono note: la crescente attività sessuale dei più giovani (che sono spesso i meno informati e i meno prudenti) e laumento dei rapporti mercenari. È ben noto anche che molte persone si vergognano a trattare di questi argomenti con un medico, che magari non conoscono personalmente; e che questa difficoltà rende più ardua la battaglia contro la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse.
Ecco dunque che la scelta del governo di Londra appare pienamente logica. «Se rendiamo tutta questa materia un po meno tabù - ha detto il ministro della Salute pubblica Caroline Flint - riusciremo a farla percepire come un argomento normale, come il preoccuparsi del proprio peso o della propria dieta. La tecnologia fa passi rapidissimi. Oggi non è più necessario avere qualcuno accanto per svolgere correttamente un test».
È ragionevole pensare che liniziativa avrà successo. A partire dallo scorso novembre è stato avviato un esperimento in una cittadina della provincia inglese: i residenti di età compresa tra i 16 e i 24 anni potevano portarsi a casa gratuitamente i test per la clamidia e ben seimila sono stati ritirati. Così facendo, il governo britannico conta da un lato di accorciare le code allesterno degli ospedali dove vengono fatti gli esami e dallaltro di permettere a quanti risulteranno ammalati di essere curati più prontamente.
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