Le malefatte della «compagnia delle multe»

Egregio Dott. Lussana, come lettore de il Giornale mi permetta di ringraziarLa per le «scoperte» che direttamente od indirettamente facciamo quotidianamente con la lettura tra le righe dei «suoi» articoli.
Mi riferisco in particolare all'editoriale della Roberta Bottino pubblicato mercoledì 29 marzo 2006 dal titolo «Merella contro il Comune:“i buchi? colpa dell'Aster”» dove ho appreso che il Comune di Genova (testualmente) « … i soldi che il Comune raccoglie con le multe elevate dai vigili urbani… » per tappare/riparare i buchi sull'asfalto è costretto a sguinzagliare quotidianamente i vigili urbani non per garantire sicurezza ai cittadini ma bensì per «raccogliere» soldi.
Vede Direttore, questo non è il primo articolo in cui l'argomento multe elevate dai vigili urbani di Genova viene accostato ad un concetto di «fare cassa». Abbiamo letto, per esempio a pag. 29 del 15.10.2005 su Il Secolo XIX l'articolo di Enzo Galiano in cui raccoglie lo sfogo di alcuni componenti dell'attuale opposizione a palazzo Tursi. In detto articolo l'ex comandante dei vigili urbani di Genova ed odierno consigliere comunale Remo Benzi (Liguria Nuova) infuriato nell'occasione dichiarava «Il ragionamento di Merella è assurdo, quando dice che non saranno più utilizzati gli autovelox perché l'80 per cento degli introiti andrà allo Stato. Questa giunta dimentica che i vigili sono al servizio dei cittadini e non delle esigenze di cassa del Comune … ». Nello stesso articolo, l'assessore Merella, al coro di proteste rispondeva dichiarando: «Non possiamo impegnare uomini e risorse preziose per far guadagnare lo Stato». Subito dopo il consigliere Rixi (Lega Nord) tuonava «Merella conferma che le multe servono solo a coprire i buchi di bilancio». Anche Giuseppe Costa (Forza Italia) «Il rispetto delle norme di sicurezza non può essere condizionata al guadagno. Viene il sospetto che, anche le zone blu, cioè il piano dei parcheggi a pagamento serva esclusivamente a spennare i cittadini». Aldo Praticò (An) auspicava «Ben venga una maggiore tolleranza, ma certo non si possono azzerare i controlli sulla velocità».
E non posso non ricordare l'articolo pubblicato da il Giornale a pag. 48 del 20.10.2005 dal titolo «I giovani vigili rivelano: “Ci dicono di far multe”», in cui una rappresentanza di giovani vigili municipali, in maniera anonima, denunciavano che l'Amministrazione Comunale durante la loro formazione ripeteva incessantemente «Dovete rilasciare molti preavvisi di sosta» e «Contestate parecchi verbali, almeno … ».
Sarebbe bello se Lei Dott. Lussana potesse farci conoscere il numero delle multe elevate dai vigili urbani di Genova negli ultimi anni e confrontarli con la linea tendenziale riferita al dato nazionale che invece vedrebbe un miglioramento del comportamento automobilistico dei cittadini soprattutto dopo l'entrata in vigore della patente a punti.
Ma sarebbe interessante conoscere la percentuale di quelle multe elevate dai vigili urbani genovesi bypassando il disposto dell'art. 200 comma 1 del CdS (contestazione immediata dell'infrazione). Comportamento questo molto diffuso tra i vigili urbani a Genova che però viola il dettato costituzionale che sancisce a favore del cittadino la possibilità di difendersi e quindi il diritto a far valere anche eventuali esimenti quali ad esempio lo «stato di necessita». In questo caso la contestazione immediata dell'infrazione equivarrebbe a contestuali possibilità di accertamento di «un pericolo attuale, di un danno grave alla persona» (cit. art. 54 Cod. Pen., come ad esempio il trasporto in ospedale, il medico che interviene per una chiamata d'urgenza ecc. ecc.) Proprio l'art.4 della L.689/81, in tema di «modifiche al sistema penale - sanzioni amministrative» stabilisce che non risponde delle violazioni amministrative chi può giovarsi di una causa di esclusione della responsabilità. La contestazione differita della presunta infrazione, risulta determinante a sfavore del soggetto cui si contesta la violazione, poiché questi si troverebbe pressoché impossibilitato a ricordare a distanza di tempo e quindi a non poter addurre a proprio vantaggio eventuali cause di giustificazioni. E quale migliore garanzia per le casse comunali l'impossibile e tempestiva difesa del cittadino?
Una riflessione istantanea ci porta a concludere che questo «governo locale» attacca sempre più i cittadini nella proprietà (sulla macchina non si paga più la tassa di circolazione ma quella di proprietà) per cercare di porre rimedio ai vari «buchi» (bilancio, asfalto) che diversamente non è stato capace di colmare.
Penso già all'anno prossimo, alle elezioni amministrative che si terranno a Genova per il rinnovo del consiglio comunale e, nell'occasione, sono sicuro che questa maggioranza dirà che la «raccolta» dei soldi con le multe si è resa necessaria visti i tagli che il Governo Berlusconi ha operato verso gli Enti Locali.
Ma noi che ragioniamo con i nostri cervelli siamo già coscienti che i «colpevoli» sono esclusivamente i componenti dell'attuale maggioranza comunale perché Berlusconi ha governato l'Italia solo nell'ultimo lustro mentre la «compagnia della raccolta con le multe» a Genova governano da ben 10 anni. Su questi due tempi avuti a disposizione per governare, i cittadini devono riflettere a lungo e dovrebbero essere coerenti e paritetici nel senso che se hanno dato la fiducia all'attuale sindaco per ben due legislature perché non fare lo stesso con Berlusconi.
Perché vede Direttore, ora che i liguri e gli italiani hanno mandato a casa Berlusconi, non lo possono inchiodare allo sue responsabilità di premier, infatti il Presidente del Consiglio potrà sempre difendersi dicendo che ha governato solo 5 anni. Mentre il Sig. Sindaco uscente di Genova non potrà dire che ha avuto poco tempo per sistemare Genova. In 10 anni di cose se ne possono fare e se non si fanno è perché non si è capaci. Pensiamo ad esempio ciò che ha realizzato l'ex presidente Biasotti in soli 5 anni.


La sinistra che sta guidando il Comune di Genova ha dimostrato con la storia della «raccolta» dei soldi con le multe come si fa a «tassare» il cittadino riuscendo addirittura a mettere le mani nel portafoglio di noi cittadini appunto con le multe.

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