Cronaca locale

Malpensa, cargo in crisi: "tremano" 1200 addetti

Nel piano Air France c’è il taglio dei voli merci. L’assessore regionale Boni: "Scelta scellerata i centri di smistamento sono tutti qui". Formigoni: "Sarà il prossimo governo a rilanciare l'hub"

L’allarme lavoro a Malpensa si fa sempre più grave. Oltre a dover rinunciare a 6 milioni di passeggeri, l’aeroporto vede anche calare il traffico merci. Tanto che il settore Cargo sta perdendo un terzo del fatturato. Questo significa che a rischio ci sono altri posti di lavoro, oltre ai seimila già calcolati nel territorio e ai 900 provvedimenti di cassa integrazione Sea.
Si parla di qualcosa come altre 1.200 occupazioni che vacillano. «E pensare che il traffico merci - fa notare l’assessore lombardo alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo - cresce del 20-25 per cento ogni anno. Sono state compiute scelte suicide, che vanno del tutto contro le logiche del mercato». Paradossalmente, se dovessero riprendere le trattative e se Air France dovesse comprare Alitalia, le merci dovrebbero essere caricate sui tir e decollare da Fiumicino. «Uno spreco di risorse e di tempo enormi. Le imprese sono qui e le merci si muovono dalla Lombardia».
La crisi dei Cargo, secondo l’assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati, «non è ancora scoppiata, ma è addirittura più grave rispetto a quella del traffico passeggeri». Davide Boni, assessore lombardo al Territorio, non osa nemmeno immaginare il danno a tutto l’indotto. «I punti di smistamento delle merci - spiega - sono tutti qui. La crisi Cargo metterebbe definitivamente in ginocchio le aziende e sarebbe una scelta scellerata tagliare anche i voli che trasportano merci».
C’è anche un altro problema: i 40 milioni di euro all’anno, previsti dal decreto «mille-proroghe» bastano a coprire solo 2.083 provvedimenti di cassa integrazione, quando invece i lavoratori da tutelare sono almeno tre volte tanto. «Servirebbero 145 milioni all’anno» spiega l’assessore lombardo al Lavoro, Gianni Rossoni.
Se ne è parlato durante il tavolo istituzionale con enti locali, associazioni di categoria e sindacati, convocato ieri al Pirellone, per trovare un accordo sulla gestione delle risorse stanziate dallo Stato: per il 2008 40 milioni per gli ammortizzatori sociali e 40 milioni per le infrastrutture di accesso all’aeroporto di Malpensa. Le tempistiche sono già state decise: entro il 20 maggio deve esserci un’intesa perché poi il governo possa far partire la cassa integrazione entro il 15 giugno. «Bisogna chiedere al prossimo governo di aumentare la dotazione - aggiunge Rossoni -. Occorrono 290 milioni di euro senza contare atipici e precari di cui vorremmo farci carico». È lo stesso presidente lombardo Roberto Formigoni a confidare nel post elezioni: «Questo governo non ha più conigli da tirare fuori dal cilindro.

Sarà il prossimo governo a risolvere il problema e a rilanciare Malpensa».

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