Malpensa, futuro low cost: "Settemila i posti tagliati"

I tagli dei voli, ma anche del personale. Una batosta per l’economia del Nord e la prospettiva di un’emergenza occupazione nel bacino intorno allo scalo di Malpensa. Ma anche a Linate dove certamente arriverà l’effetto Air France

I tagli dei voli, ma anche del personale. Una batosta per l’economia del Nord e la prospettiva di un’emergenza occupazione nel bacino intorno allo scalo di Malpensa. Ma anche a Linate dove certamente arriverà l’effetto Air France. Dopo il via libera del cda alla cessione di Alitalia, è unica la protesta dei politici settentrionali con una spaccatura che, per una volta, più che politica è geografica. Da tutti la richiesta al governo di bloccare la «svendita», nonostante la promessa di rilancio dello scalo con voli low cost e business. Il governatore Roberto Formigoni parla già di «desertificazione di Malpensa» e ricorda come ora il prezzo di un’azione sia al di sotto dei 10 centesimi e che la compagnia francese vuole scambiarne una delle sue con 160 di Alitalia. «Anche gli esuberi - spiega - crescono di momento in momento. Parlano di 2mila tagli ai quali si devono aggiungere i 5mila di Az Service».

Secondo Formigoni «più che di una privatizzazione si deve parlare di una statalizzazione, perché è chiaro che lo Stato con la cassa integrazione per i lavoratori di soldi dovrà sborsarne». E Regione Lombardia, con l’assessore Raffaele Cattaneo, chiede al governo «un sussulto» e di dire no al piano che include la «svendita della compagnia e il funerale di Malpensa». Una «situazione tragica, visti i termini dell’offerta di Air France diventati ogni giorno peggiori - osserva ironico Cattaneo - adesso ci manca solo che chiedano ai cittadini lombardi di dare un contributo di tasca propria per l’abbandono di Malpensa».

Di «danni enormi al Nord produttivo del Paese», parla il deputato Maurizio Lupi, responsabile infrastrutture di Forza Italia. «Riteniamo che sia molto grave che il governo abbia dato un suo sostanziale e tacito «via libera a un piano che non offre alcuna garanzia di rilancio industriale alla compagnia di bandiera e che non risponde agli interessi generali dell’Italia». Per Davide Boni «un momento molto buio» non solo per Malpensa, ma per tutto il sistema aeroportuale. «In questo modo - spiega l’assessore regionale della Lega - Air France raggiunge due obiettivi preziosi: mettere fuori combattimento un competitor pericoloso come Malpensa e affondare del tutto la compagnia di bandiera italiana». Da sinistra il presidente della Camera Fausto Bertinotti assicura che nella vicenda Alitalia «ci sono elementi per esprimere grande preoccupazione». E poi aggiunge: «Io non credo che si possano trovare buone soluzioni per Alitalia se non si difende il patrimonio occupazionale dell’azienda». Una bocciatura arriva anche da Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato. «Le svendite di Stato proseguono - attacca -. Così dopo quelle dell’accoppiata Prodi-D’Alema degli anni scorsi, oggi si svende Malpensa immolata sull’altare di un’azienda che continua a fare solo danni. Il destino di Alitalia era quello del fallimento, invece per salvare non la compagnia di bandiera di Stato ma la vergogna di Stato, invece di portare i libri in tribunale, si sacrifica Malpensa e con essa le possibilità di sviluppo del Nord. I padani ringraziano questo governo e si preparano a presentare il conto a Prodi e Veltroni 13 e il 14 aprile».

E il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Maroni annuncia per oggi un vertice in via Bellerio. Presente Umberto Bossi che ieri ha tagliato corto. «Alitalia? Inutile parlarne adesso.

Prima bisogna vincere le elezioni, poi ci pensiamo noi alla questione di quelli che vengono qui a portar via la roba al Nord». «La nostra speranza - gli fa eco il sindaco di Varese Attilio Fontana - è che Air France cambi idea e che l’Italia cambi governo».

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