«Malpensa, la terza pista si deve fare»

La terza pista per Malpensa si deve fare, con o senza Alitalia. «Il percorso per l’eventuale terza pista dell’hub deve iniziare adesso, con la massima condivisione possibile della provincia di Milano e Varese e i comuni interessati», sostiene l’assessore comunale ai Trasporti, Edoardo Croci, intervenuto ieri alla Commissione congiunta Bilancio e Mobilità riunita a Palazzo Marino per discutere del sistema aeroportuale milanese, investito dalla crisi della compagnia di bandiera. «Nella competizione tra aeroporti bisogna ragionare con una logica di sviluppo almeno decennale, stare fermi vuol dire soccombere - prosegue -. Se vogliamo potenziare il servizio in vista dell’Expo 2015, dobbiamo iniziare subito a discutere del progetto». Sul tavolo per ora c’è lo studio commissionato da Sea all’istituto Mitre Corporation di Washington, ente non-profit americano, consulente da oltre 40 anni della Federal Aviation Administration che ha maturato esperienze analoghe in molti paesi anche europei, tra cui Barcellona, Amsterdam. Per Malpensa ha consigliato la costruzione della terza pista di 2,4 chilometri a sud dell’attuale sedime aeroportuale, in posizione parallela rispetto alle due esistenti. «Ho avuto modo di esaminarlo - spiega Croci -, l’impatto acustico e ambientale sarebbero minimi». Avanti con o senza Alitalia, dunque, anche se secondo l’assessore «la compagnia ha qualche possibilità di salvataggio solo se tiene conto di Malpensa».

Anche il presidente di Sea, Giuseppe Bencini, che ha presentato in commissione i dati sull’attività di Malpensa e Linate, ribadisce che «se Alitalia trasferisse l’hub a Fiumicino perderebbe 1,2 miliardi di fatturato». E ricorda che nel 2005 i passeggeri della compagnia in transito a Malpensa sono stati 6,4 milioni, per un fatturato dei biglietti pari a 1,7 miliardi».

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