Scene tragiche di questa ondata di maltempo. Immaginate a Modena uno spalaneve che fa retromarcia e travolge un anziano signore morto - ironia della sorte - per colpa di uno veicolo di soccorso. E immaginate l'anziana signora di Ascoli Piceno che si allontana da casa per controllare le verdure del suo orticello e rimane lì, assiderata, stesa tra le sue piantine ormai inutili. E poi c'è da immaginare tutti quelli a cui il cuore non ha retto per lo sforzo di spalare la neve, quelli intossicati dal monossido di stufette e gas di scarico, i senzatetto, morti assiderati senza il conforto di nessuno. Alla fine sono almeno 57 i morti dal freddo in questo indimenticabile febbraio. Ma finalmente si tira il fiato, verso fine settimana, venerdì prevedono i metereologi, le temperature diurne saliranno fino a dieci gradi e oggi la pioggia sostituirà la neve offrendo un grande aiuto in molte zone sommerse dal manto bianco. Ci saranno temporali soprattutto a bassa quota in Campania, Basilicata, Calabria, Marche. Nelle zone collinari nevicherà ancora così pure in Emilia ma senza la violenza del Blizzard che ha squassato la vita di interi paesini. In Romagna ieri ci mancava pure il terremoto a far spaventare gli abitanti. Per fortuna, la magnitudo 3,3 nella zona Forlì-Cesena, ha solo provocato un grande spavento ma nessun danno né a persone né a cose. E si riprende a circolare quasi regolarmente un po' dappertutto, domani scuole e uffici aperti a Roma, ma blocco moto e minicar. A Fiumicino ieri non ci sono state cancellazioni, sono percorribili molte provinciali bloccate negli scorsi giorni da neve e gelo soprattutto in Molise e Basilicata. Le principali arterie delle autostrade sono tutte percorribili. Anche le Fs dicono che il 90% dei treni viaggiano ad eccezione di Marche e Abruzzo dove funzionano sette tratte su dieci. Tutto sommato ieri è stata una giornata sopportabile per tutti. La Protezione civile non ha ricevuto alcuna richiesta di soccorso da parte delle regioni che se la sono cavata con le proprie forze. Ma certe zone rimangono in grande difficoltà come nel Riminese dove sono state evacuate 300 famiglie. E scatta la solidarietà che unisce Nord a Sud a dispetto di chi vorrebbe tagliare questo cordone ombelicale di italianità. Dal Friuli sono partiti 200 volontari e 60 mezzi speciali per aiutare gli abitanti di Pesaro sommersa da tre metri di neve. E altri soccorritori hanno lasciato Belluno per Urbino.
Insomma ci si aiuta come si può mentre il settore agricolo si lecca le ferite. In poco meno di una settimana, oltre 200 mila tonnellate di merce deperibile sono andate perse o rimaste presso le strutture degli agricoltori. Il blocco dei mezzi pesanti, l'impercorribilità delle strade e le enormi difficoltà per raggiungere le aziende agricole hanno fatto crollare del 40 per cento le consegne dei prodotti alimentari freschi (frutta, verdura, carne, latte, latticini, uova) dalle campagne ai mercati all'ingrosso. E per l'agricoltura devastata Cia, la Confederazione italiana agricoltori, chiede subito lo stato di calamità e il rinvio per tasse, contributi e mutui. Ma l'intera economia di diversi settori è stata martoriata dalle intemperie. Secondo Coldiretti il maltempo è costato fino ra 1,5 miliardi all'intero sistema produttivo tra i danni causati ed il fermo delle attività nel settore agricolo, industriale e dei servizi, anche pubblici.
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