La mamma della bimba rapita: «È stata la sua sorellastra»

Non è riuscita a trattenere la commozione ed è scoppiata in lacrime ricostruendo il giorno in cui vide per l’ultima volta sua figlia.
Piera Maggio ha pianto in aula, durante la sua deposizione fiume nel processo per il sequestro della figlia, che all’epoca aveva 4 anni, avvenuto il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo davanti alla sua abitazione di via La Bruna.
La mamma della bimba ha raccontato di avere salutato Denise alle 8.30, prima di uscire di casa per andare a seguire un corso di informatica. Stava giocando davanti a casa quando qualcuno la portò via. Nessuno l’ha mai più ritrovata. E quella che emerge oggi è una storia di tradimenti, rancori sordidi, bugie inconfessabili. In aula, per la prima volta, l’imputata principale, Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, accusata di concorso nel sequestro della bambina. Lei allora aveva appena 17 anni. Assente, invece, l’altro imputato, Gaspare Ghaleb, ex fidanzato della ragazza, accusato di falsa testimonianza. Non lontano la madre di Jessica Pulizzi, Anna Corona, pure lei indagata: è l’ex moglie di Piero Pulizzi, padre naturale della bambina avuta da Piera Maggio durante una relazione extraconiugale.
Piera Maggio, davanti ai giudici, mostra di non avere dubbi. E rilancia le sue accuse: «Ho sempre sospettato di Jessica». Nessuno fino sapeva che Denise fosse nata dalla mia storia con Pulizzi... nel primo verbale fatto alle 15,15 di quello stesso giorno in commissariato, indicai quelle che erano per me le responsabili. Pensavo che fosse stato un gesto solo per fare paura a me e al padre della bambina e quindi nell’immediatezza non parlai della paternità e mi limitai a indicare quelli che secondo me erano i colpevoli, anche perchè pensavo che mi avrebbero riportato Denise e quindi non volevo rovinare il matrimonio con Tony». Nel corso dell’audizione la mamma di Denise ha anche ricordato altri episodi che dimostrerebbero l’accanimento di Anna Corona e delle figlie Jessica e Alice Pulizzi nei suoi confronti, a partire da un incendio doloso avvenuto nell’aprile del 2004: «Quando ancora lavoravo nell’erboristeria di mia sorella Giacoma (negozio che si credeva fosse anche di proprietà di Piera Maggio, ndr) successe che una notte ci fu un incendio nel locale e mia sorella non aveva mai ricevuto minacce. Mentre l’indomani pulivamo il negozio devastato, almeno tre volte vidi passare Jessica Pulizzi in compagnia della sorella, fiere e gioiose, perchè sorridevano, sghignazzavano, rivolte verso di noi».
Piera Maggio poi rincara la dose. «L’ex fidanzato di Jessica mi disse che lei centrava. Gli chiesi se avesse paura di parlare, lui mi guardò e mi fece capire di sì».

Nell’udienza di ieri il Tribunale ha ammesso le liste dei testi presentate dalle parti: saranno sentite circa 300 persone e i tempi del processo si preannunciano dunque lunghi. All’uscita del palazzo di giustizia di Marsala, c’è stato uno scambio di battute tra il difensore di Jessica Pulizzi e l’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta, il quale si è riservato di denunciare il collega.

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