La mamma di Claudia ringrazia i (tanti) lettori che le hanno scritto

Caro direttore
il 30 di marzo ha pubblicato sul suo quotidiano la mia lettera in cui chiedevo ai lettori di inviare gli auguri a mia figlia Claudia, gravemente disabile, per il 36º compleanno. Ebbene: sono giunte centinaia di lettere, cartoline, biglietti augurali, ben 12 mazzi di fiori e tanto affetto. Molti mi ringraziano per aver fatto riflettere, altri mi comunicano che le mie parole li hanno aiutati a superare un momento difficile, altri condividono con me l’esperienza di vita con un figlio con disabilità. Tutti però mi chiedono di avere una fotografia di Claudia e di poter avere notizie di lei nel tempo. Insomma non vorrebbero interrompere i contatti, io cercherò di rispondere a più persone possibili, ma non garantisco i tempi e non so se ci riuscirò. Qualche tempo fa ho aperto un blog (http://tiraccontoclaudia.blogspot.com) proprio per far conoscere questa nostra realtà vissuta serenamente: potrebbe pubblicarlo per darne indicazione a chi vuol continuare a seguire la vita di Claudia? Sono in molti a dirmi: scriva al nostro direttore e gli chieda di continuare a parlare di lei, ci farebbe piacere. Tra l’altro complimenti: i suoi lettori le sono molto affezionati e parlano molto bene del suo Giornale. Se invece non crede di far conoscere il blog potrebbe almeno pubblicare una delle foto inserite, scattate nel giorno del compleanno in modo che chi lo desidera possa conoscere Claudia almeno in fotografia?

Ecco qui, cara Marina. Pubblico l’indirizzo del blog, dove tutti i lettori potranno continuare a seguire la vostra storia e rimanere in contatto con voi. E pubblico anche una foto: in genere non è prevista in questo spazio, ma ho chiesto ai grafici di cambiare lo schema fisso. Del resto se c’è una cosa che la sua lettera e la sua storia ci hanno insegnato è che gli schemi fissi sono sempre sbagliati. E che quando ci chiudiamo dentro i nostri recinti a paletti rigidi, quando ragioniamo secondo formule trite, finiamo sempre per sbattere la testa contro un muro di insoddisfazione. Salvo poi spalancare gli occhi e il cuore, riempiendoli di meraviglia, quando incocciamo in persone come voi. Grazie perché ci avete aiutato per una volta a guardare il mondo capovolto. Grazie perché ci avete costretti a uscire per un attimo dai nostri (doverosi) affanni, dalle nostre (sacrosante) lamentele, dalle tasse da pagare, dall’autobus che arriva in ritardo, il problema dell’immigrazione e la sicurezza, Dalemoni e Berlusconi, Veronica e Santoro. Grazie perché vi siete messi in gioco e ci avete fatto entrare nella partita senza passare dal via. Per quanto potremo continueremo a seguirvi anche su queste colonne: i lettori ne saranno felici. Che essi siano eccezionali, però, mi perdoni, lo so da tempo. I lettori del Giornale sono una categoria a parte che meriterebbe di essere studiata nelle università. Non avevo dubbi sulla loro risposta, non avevo dubbi sul loro affetto.

È lo stesso affetto quello che ci regalano da sempre, è quello che ha mantenuto in vita questo quotidiano e che ne ha fatto la storia. È quello che respiriamo ogni mattina, quando arriviamo in redazione da tante strade diverse, ma in fondo con un solo pensiero in testa: mettercela tutta per esserne alla loro altezza.

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