RomaBonino-Polverini? Ma dai. In questo momento la sfida per la poltrona di governatore della Regione Lazio è Bonino-Marzoli. Dove il secondo nome è tal Marzoli Marzia di anni 43, candidata presidente della Rete dei Cittadini, lunico altro «listino» ammesso dalla Corte dAppello di Roma oltre a quello dellesponente radicale. Fuori Michele Baldi, Roberto Fiore, Luca Romagnoli, Francesco Battaglia. E fuori soprattutto la lista di Renata Polverini. Che, in base alla legge elettorale regionale, allo stato attuale non è più candidata.
Il pasticcio-bis pare meno grave rispetto alla mancata presentazione della lista provinciale del Pdl, che resta la vera ombra sulle elezioni dei prossimi 28 e 29 marzo. Ma aggiunge dubbi a dubbi, polemiche a polemiche. Nel caso del listino della candidata presidente a mancare sarebbe solo una firma su alcuni atti. Quella di Alfredo Pallone, vicecoordinatore del Pdl del Lazio, delegato insieme a Vincenzo Piso, coordinatore, a presentare il listino. Pallone si era allontanato per partecipare alla gazzarra di sabato per la mancata presentazione della lista del Pdl. E non ha firmato quanto dovuto: invece di risolvere un problema ne ha creato un altro.
Nel Pdl cè comunque fiducia nella soluzione almeno dellultimo guaio. Ieri sera è stato presentato un altro ricorso alla Corte dAppello: risposta prevista, entro 48 ore. Al ricorso è stata allegata la firma di Pallone. Che nel pomeriggio di ieri ha partecipato a un vertice presumibilmente piuttosto caldo nella sede del Pdl in via dellUmiltà con Polverini, Piso, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il senatore Andrea Augello, coordinatore della campagna elettorale di Polverini, il responsabile elettorale nazionale del Pdl Ignazio Abrignani e il segretario regionale Udc Luciano Ciocchetti. «Siamo tranquilli - sintetizza Abrignani - perché la legge nellambito delle deleghe ammette la ratifica».
Qualche ora dopo la candidata sub iudice è stata ricevuta dal premier Silvio Berlusconi, che lha rincuorata, se è vero che è uscita da Palazzo Grazioli con il sorriso: «Sono ottimista. E anche Berlusconi lo è». Ottimismo invece è una parola che non si può usare per il problema numero uno, la perdurante esclusione della lista del Pdl nella provincia di Roma, che comprende tre quarti dellelettorato laziale. Ieri il ministro dellInterno Roberto Maroni ha sgomberato il campo su un possibile intervento governativo: «Sulla vicenda delle liste escluse non cè spazio per un provvedimento durgenza». Il precedente del 1995 non conta, perché allora il decreto fu emanato lultimo giorno utile per la presentazione delle liste per prorogare di tre giorni i termini mentre ora «il termine è chiuso e noi non possiamo intervenire modificando i diritti acquisiti».
Quindi resta da sperare nella decisione dellufficio centrale regionale elettorale presso la Corte dAppello sul ricorso del Pdl, che dovrebbe arrivare stamattina, o in caso negativo nei successivi gradi della giustizia amministrativa. Nellattesa il partito continua la mobilitazione, con la maratona oratoria che dalle 17 di ieri si è trasferita da piazza San Lorenzo in Lucina a piazza Farnese. Ma cè anche chi, nella coalizione, pensa che sarebbe meglio tacere: «Un ricorso al Tar accompagnato dalla denuncia per limpedimento a presentare la lista - assicura Francesco Storace della Destra - può far riammettere il Pdl a Roma con riserva. Ma la condizione è che stiano zitti tutti. Stanno dicendo troppe sciocchezze in troppi». Ironico il deputato Giancarlo Lehner: «Insieme al codice etico bisognerà introdurre il codice intellettivo, con approfonditi test sul QI. Visto che sono del Pdl, per giunta di Roma, dove il buio della ragione sembra contagioso, mi sottoporrò per primo agli esami».
Intanto Emma Bonino si gode un giorno da candidata unica e mette da parte il fair play: «Se uno non riesce nemmeno a presentare le liste, poi è difficile fare i grandi manager», sciabola forzando un bel po.
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