Mancano 350 educatrici: sos del Comune al governo per non chiudere gli asili

Il Comune chiede una deroga al Patto di stabilità. É allarme insegnanti nei nidi e materne, se il governo non concede a Milano di sforare il tetto di spesa per assumere educatrici per l’anno scolastico 2012/2013 (e l’ipotesi di spesa va inserita nel bilancio che si discuterà in aula da marzo) ci saranno sezioni a rischio chiusura. E lista di attesa più lunghe, con buona pace dei genitori milanesi che stanno già protestando per il nuovo regolamento della giunta che apre le materne anche ai figli di clandestini e temono il «sorpasso». Oggi il vicesindaco Maria Grazia Guida, che ha la delega alla Scuola, volerà a Roma per sottoporre la situazione al ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e chiedere la deroga al Patto. Gli presenterà il dossier che illustra con i numeri la criticità per il prossimo anno scolastico, mancano all’appello 342 tra educatrici e funzionari. La Guida avanzerà tre proposte: «Prorogare oltre il 31 dicembre le norme per assunzioni a tempo indeterminato di personale scolastico non tenendo conto degli attuali limiti» (50% della spesa 2009), consentire «il turn over pieno e non solo fino al 20% delle cessazioni dell’anno precedente, e «prevedere procedure di stabilizzazione del personale precario per garantire continuità».
Il fabbisogno più alto è nelle scuole d’infanzia. Il Comune a settembre prevede di impiegare 2.038 insegnanti ma per ora ne conta 1.747, ne mancano 291. Ai nidi ne servono 36 per raggiungere quota 1.100, devono salire a 96, quindici in più, i funzionari dei servizi infanzia. Il vicesindaco batterà sul tasto dell squilibrio spesa-trasferimenti per un servizio educativo che sarebbe pubblico e il Comune copre con l’88% dell’offerta sul totale. Investendo 150 milioni di euro all’anno contro i 16,9 milioni di euro incassati da governo e Regione e i 17,5 milioni dalle rette. Solo 7,1 milioni vengono spese per gli educatori di sostegno: sono 245 (per 387 bimbi) alla materna e quaranta (per 65 iscritti disabili) al nido. Senza la deroga, è il pressing del Comune, Milano rischia di non implementare il servizio. Oggi ha cento nidi comunali a gestione diretta che accolgono in aula 5.682 bimbi, 46 nidi con 1,701 iscritti, 155 nidi privati accreditati (per 2.108 bimbi) e 38 sezioni primavera frequentate da 723 bambini. Sono dieci gli spazi del Tempo per la famiglia (738 bimbi), due ludoteche comunali (le frequentano in 629) mentre le 174 scuole d’infanzia contano 21.835 iscritti.
Il tema sta a cuore a Pisapia, che in campagna elettorale aveva promesso di valorizzare le risorse interne perchè «vent’anni di esternalizzazione lasciano il forte dubbio che non si sia veramente risparmiato». Da sindaco, ha dovuto fare i conti col bilancio.

E lo scorso settembre si è trovato davanti a Palazzo Marino un presidio di maestre di asili e materne lasciate a casa per i tagli «mentre si va avanti con gli appalti alle cooperative». Forse la deroga del governo gli eviterebbe il bis all’avvio del nuovo anno scolastico.

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