L'ultima città a muoversi è stata la canadese Vancouver: nelle scorse settimane il consiglio comunale ha approvato un'ordinanza con limiti severi all'attività di Airbnb. Gli alloggi per turisti gestiti come attività professionale non potranno essere pubblicizzati sul sito, e anche i privati potranno affittare solo le loro residenze principali, non le seconde case. Il tentativo è quello di decongestionare il mercato degli affitti a lungo termine messo in difficoltà dalla popolarità della città presso i vacanzieri e dal boom delle locazioni a breve.
Dal Canada agli Stati Uniti sono molti i centri che hanno cercato di frenare il successo di Airbnb. A partire dal primo mercato della società, New York, dove le offerte censite sono oltre 46mila e il giro d'affari supera il miliardo di dollari. Qui le norme prevedono il divieto di affitto per periodi inferiori ai 30 giorni, se il padrone di casa non è anche lui presente nell'abitazione. Anche in questo caso l'obiettivo è favorire l'affitto per i residenti.
Le multe previste per i trasgressori sono salate:
nel caso di recidiva si raggiungono i 5mila dollari per appartamento. Ma visto che le autorità comunali non hanno una struttura efficiente per i controlli, per il momento le disposizioni vengono in molti casi del ignorate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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