Volanti di polizia al minimo storico, piante organiche ridotte allosso, agenti trasferiti. Allarme sicurezza ai Castelli Romani, dove i poliziotti lanciano un drammatico Sos. Carenza di uomini e mezzi, commissariati semideserti, personale operativo impiegato nelle pratiche amministrative. E persino un distaccamento di ps, quello di Genzano, da mesi senza dirigente. La situazione è insostenibile per il sindacato Silp Cgil, che in un documento sottolinea: «Il sistema sicurezza nei comuni dei Castelli e del litorale sud è a rischio paralisi. Un territorio di confine fra la capitale e il basso Lazio in cui è ben radicata una presenza criminale di spessore, come dimostra lo scioglimento del consiglio comunale di Nettuno (prima amministrazione locale del centro Italia azzerata per mafia, ndr). Qui i commissariati sono in continua emergenza organizzativa e le carenze di organico, del 20 per cento rispetto al 2005, non sono in grado di dare risposte concrete in termini di sicurezza». Unarea vastissima quella dei Castelli romani, con una ventina di Comuni e una popolazione che supera il mezzo milione. Clan di albanesi specializzati nella prostituzione, bande di romeni impegnati nei furti in villa, spacciatori di ogni razza operanti a pieno ritmo nelle città più grandi (Frascati, Velletri, Albano), latitanti eccellenti nascosti nelle campagne e una guerra durissima per il controllo della droga combattuta fra le cosche calabresi e le famiglie campane stanziate fra Ardea, Nettuno e i Castelli. Non solo. Secondo la commissione antimafia, da tempo siciliani «emergenti» contenderebbero alle bande locali business a nove zeri. Appalti, importazione in quantità industriale di cocaina, usura, gioco dazzardo. Di contro gli agenti assegnati lanno passato per colmare i vuoti sono aggregati altrove. «Gli uomini assegnati nel 2006 come poliziotti di quartiere - continua il Silp - ormai sono un serbatoio per coprire altre necessità operative. Le continue ordinanze che richiedono prelievi nella capitale stanno paralizzando lattività nei commissariati distaccati».
Anche Ostia e Fiumicino aeroporto non godono affatto di buona salute. Se nella prima, 300mila abitanti, racket, usura e traffico di droga la fanno da padroni tanto da rendere necessaria la creazione di un osservatorio sulla legalità, nello scalo romano i varchi dei passeggeri in transito sono un «colabrodo». «Nonostante le multe comminate dallUfficio di sicurezza della frontiera - dice Gianni Ciotti del Silp Cgil - sembra che lente di gestione della security sia impermeabile a qualsiasi censura.
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