Il Manchester vola Drogba non smentisce il tabù del Chelsea

La partita l’ha fatta più il Chelsea, ma lo United l’ha vinta un’altra volta, come all’andata a Stanford Bridge quando con una sola azione in contropiede aveva messo Rooney in porta. Se hai Rooney e Giggs puoi sempre pensare che qualcosa alla tua squadra succeda. A un minuto dallo scadere del primo tempo Rooney ha pescato Ryan Giggs dall’altra parte del campo, fascia destra, il gallese ha fatto una cosa, poi un’altra e l’ha messa in mezzo per Chicharito Hernandez, bravo per carità, ma ha segnato da un paio di centimetri. Magari era anche in fuori gioco ma Benquerença gli aveva già tolto una rete alla mezz’ora circa su assist di Rooney, e anche qui grandi dubbi.
Adesso però è arrivato il momento di dire due cose su Fernando Torres, El Niño Torres, il centravanti campione d’Europa e del mondo con la Spagna. Ieri sera è arrivato a 862 minuti senza reti, sono quasi quindici ore che gioca a football nel Chelsea senza fare un gol, gioca con gli occhi spenti, si avvicina al pallone come i lavavetri alle automobili ai semafori. Ieri sera metteva malinconia, al 22’ ha tentato un palleggio in area goffo e talmente lento che lo hanno lasciato fare, come succede ai ciccioni quando finalmente sono vicini alla palla e gli amici gliela lasciano calciare. Questo è stato uno da 65 reti in 102 partite con il Liverpool, Ancelotti non ha neppure dovuto convincere Roman Abramovich che ha cacciato fuori dalla tasca i 58 milioni che servivano al Liverpool, convinto di aver fatto il colpo Champions. Invece ieri sera attorno a Old Trafford aveva piovuto fino a un’ora e mezza prima della partita e El Niño aveva freddo, nessuno che gli parlasse, impaurito, anche un distratto osservatore di calcio poteva facilmente notare che i suoi compagni lo ignoravano e non si sognavano neppure lontanamente di passargli la palla.
El Niño si è rivisto allo scadere del primo tempo quando ha incrociato sul cerchio del centrocampo Rio Ferdinand, zoppo dall’inizio della partita. Lo scontro fra lo zoppo e il morto è stato talmente patetico che l’arbitro ha deciso di chiudere lì il primo tempo. Manchester 1-Chelsea 0, proprio come all’andata. Non è più uscito dallo spogliatoio, come risucchiato dalla sua malinconia, una vera tragedia del calcio anche se i suoi problemi al ginocchio hanno un peso.
Ma il colpo è stato che il suo sostituto Didier Drogba è entrato e ha fatto gol, quello dell’illusione, di una partita che si poteva riaprire e invece il coreano del Manchester ha chiuso a doppia mandata nel giro di un minuto scarso.
Adesso Ancelotti non è messo benissimo, dai, Drogba in panchina per dare spazio a Torres non è sembrata una genialata. Prima o poi lo spagnolo si sbloccherà, ma l’ivoriano ha una tale esperienza di Premier, e ieri sera è stato assolutamente un match di Premier, che era il più indicato a prendere il centro dell’attacco dei londinesi. Per il resto è mancato Lampard. Terry ha mostrato qualche affanno, il rischio è che questa squadra, davanti all’ennesima delusione, sia al capolinea, e Abramovic debba mettere ancora le mani in tasca.

Dall’altra parte c’erano Scholes e Berbatov in panchina mentre fuori una coda chilometrica di rossi davanti Old Trafford assaporava già sir Alex che sbatte fuori l’italiano volando verso la finale. Non si sbagliavano, qui il Manchester fallisce raramente, la squadra sembra imbattibili, ultima sconfitta un anno fa, 2-1 contro il Chelsea, proprio il punteggio che sarebbe servito ieri sera a Ancelotti.

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