Riccardo Signori
nostro inviato ad Appiano Gentile
Ottantacinque punti, ecco qui la quota scudetto. Mancini ha preso carta e penna e fatto i conti. «Questanno marciamo tutti più forte della passata stagione. La Juve, poi, sta andando benissimo. Dunque si alzano i punti scudetto: a 85 si vince». Idea perfetta. Ora manca il resto: i punti dellInter sono 18, tre in meno rispetto a quanti dovevano essere. E ognuno è libero di pensare se ci siano state da addebitare più colpe contro il Palermo o contro la Juve.
Annunciata da questo squillo di tromba, Inter-Roma è lennesima partita clou della stagione nerazzurra. Due sconfitte sono già troppe, allInter non resta altro che vincere. Cè la possibilità di raccogliere la terza vittoria consecutiva. Di solito le statistiche non portano mai bene (fra laltro la Roma non vince a Milano da una decina danni) ma in qualche modo serve rompere con le tradizioni. E tutelarsi dallingorda Signora. «Almeno fino alla sosta: dovremo raccogliere il massimo dei punti per vedere dove saremo. Credo che la Juve non possa vincere sempre». Ecco, appunto, è lInter a dover vincere sempre. Squadra che vince non si cambia e lallenatore ha lintenzione di cambiare il meno possibile. Le sventure lo hanno fatto guardingo. Basta fantasie da avventurismo panchinaro. Cè Totti da marcare. «Non solo lui, la Roma ha giocatori straordinari: oltre a Totti, Montella, Mancini, De Rossi, Dacourt. Eviteremo soluzioni di fantasia, ci affideremo alla nostra normalità. Ogni volta che ho provato qualcosa di diverso, è andata male. Dunque scelte logiche, meglio essere regolari. Semmai inventerò qualcosa durante la partita». Come vedete la panchina cambia perfino gli uomini e il loro Dna. Mancini è stato giocatore di fantasia, sempre convinto che lattacco sia la miglior difesa. Anche da allenatore, pronto a scommettere su qualcosa di diverso dalla logica più piatta. Ma la logica dellInter lo ha convinto diversamente.
I dubbi semmai vengono dalle fatiche di partite a ritmo da stress e dalla condizione di Adriano. Qualcuno pensa: ci vorrebbe Cassano. Ma con lInter. Forsanche Mancini, che non ha mai negato lammirazione. «Ogni volta che dico: mi piace, i giornali scrivono: va allInter. E qui mi fermo. Cassano mi piace come a tutti gli allenatori piacciono i calciatori bravi quanto lui. E se lInter vuol prenderlo, credo abbia la possibilità di farlo». Tradotto: lInter vuol prenderlo. Meglio se a gennaio. Anche perché Obinna, lalternativa che sta crescendo al Chievo, rischia di finire in nazionale come Martins. «Lanno scorso si è allenato due volte con noi. Sinceramente mi sembrava molto bravo. Lui centra già qualcosa con lInter. Ma se la Nigeria lo chiama per la coppa dAfrica, cosa facciamo?».
Per ora meglio tornare al pazzerellone di casa: Adriano non sta male, deve solo attendere che gli passi la botta alla spalla destra, ha una gran voglia di segnare e dimostrare di non esser una palla al piede. Vuol dare una mano nel momento che conta. E Mancini ci spera, tanto da tener il dubbio fino allultimo. «Se gli passa il male, lo mando in campo. Sennò aspetteremo la partita con la Sampdoria. Vediamo come sta, se posso lo recupero». Anche se Cruz («Sta giocando bene, ma può dare di più») garantisce sostanza. E Recoba, in forma come mai, è pronto alluso.
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