Giovanni Bazoli e Corrado Passera - rispettivamente presidente e ad del gruppo Intesa Sanpaolo - hanno avuto lincarico di chiudere loperazione di cessione di Banca Depositaria, che racchiude i servizi di deposito del gruppo. Lo ha riferito lo stesso Passera: «È stato fatto un altro passo importante, cè la decisione a procedere, cè la delega a presidente e ceo a concludere, quindi speriamo si possano creare le condizioni affinché si chiuda entro pochissimi giorni». («Sei» ha precisato in un altro contesto). Ieri mattina, appunto, il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo hanno indirizzato in questo modo lultima fase della vendita di Banca Depositaria a State Street (che è assistita da Freshfields), per una cifra che si aggirerà tra 1,6 e 1,8 miliardi. Da sola, loperazione porterà un consistente rafforzamento patrimoniale del gruppo Intesa, pari a 35 punti base del Core Tier One, il principale indicatore utilizzato. Lobiettivo del gruppo è di aumentare lindice di un punto entro lassemblea di bilancio. Il piano di dismissioni da 10 miliardi è cominciato con la cessione della quota in Findomestic, che ha fruttato poco meno di un miliardo; prosegue ora con Banca Depositaria e, appena la Borsa dimostrerà di essere recettiva, continuerà con la quotazione di Banca Fideuram. Su questultima va registrata una battuta di Passera, di ieri: Fideuram - ha detto - «andrà verosimilmente in Borsa ma non cè ancora una delibera su questo».
Il consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo ha discusso ieri anche della fideiussione che la banca sta preparando per Fininvest in merito alla sentenza sul Lodo Mondadori. «Si è parlato e si è andati avanti», ha detto Passera. Il tribunale civile di Milano ha deciso la sospensione fino alla sentenza di appello del pagamento del risarcimento da 750 milioni dovuto da Fininvest a Cir, ma ha stabilito che la holding fornisca una fideiussione bancaria sullintero ammontare.
Passera ha infine riferito che lo scudo fiscale ha fatto convergere sui conti di Intesa Sanpaolo «una cifra di riferimento attorno ai 10 miliardi di euro». A livello di sistema, tuttavia, «una parte importante riguarda il rimpatrio giuridico», modalità che permette di mantenere le attività finanziarie e patrimoniali allestero, pagando però le tasse al fisco italiano.
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