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Mangia polpetta del capo E' licenziata in tronco

In Germania una segretaria è stata colta dalla fame e ha approfittato di un buffet aziendale. Un collega l'ha vista e ha riferito tutto al capo: licenziata. Lei fa ricorso, l'azienda rifiuta la conciliazione proposta dal giudice

Mangia polpetta del capo 
E' licenziata in tronco

Dortmund - "Fantozzi, tu mangia?". La divertente scenetta del ragioniere che va in un centro per cercare di dimagrire e, ingolosito, non riesce a trattenersi e si avventa sulle polpette è rimasta nell'immaginario collettivo. Il dottore tedesco si accorge di tutto e, urlando, chiama gli infermieri per farlo rinchiudere. Dall'immaginazione alla realtà il passo è breve. Mai, però, avremmo immaginato che per aver mangiato una polpetta una donna potesse addirittura perdere il posto di lavoro. E' avvenuto in Germania.

Segretaria da 34 anni La segretaria, Magdalene H., 59 anni, aveva molta fame e così non è riuscita a trattenersi e ha mangiato una polpetta di carne e due mezzi panini. Il problema è che sia la polpetta che i panini facevano parte del buffet che il suo capo aveva fatto preparare per un meeting.  Scoperta, la donna è stata licenziata in tronco dopo 34 anni di onorato servizio.

Capo senza cuore Il quotidiano Bild ha pubblicato la notizia prima pagina con caratteri cubitali. "È mai possibile che un capo sia così senza cuore?", scrive Bild sotto il titolo "Licenziata solo perchè ha mangiato la polpetta del capo".

Tribunale del lavoro La vicenda risale al luglio scorso, ma ieri è finita davanti al tribunale del Lavoro di Dortmund, con l’impiegata che ha chiesto la revoca del suo licenziamento. Magdalene H., segretaria presso il "Bauverband Westfalen", l’Associazione dei costruttori edili della Westfalia, era stata incaricata dal suo capo di preparare un buffet per un meeting al quale dovevano partecipare altri manager.

Fame incontrollabile Mentre stava apparecchiando la tavola la segretaria ha avvertito all’improvviso i morsi della fame ed ha mangiato una polpetta di carne e due mezzi panini. Un collega l’ha notata ed ha riferito la cosa al suo capo, che dopo l’ammissione della segretaria ha immediatamente messo in atto la procedura di licenziamento.

Perdita di fiducia Il presidente dell’azienda, Hermann Schulte-Hiltrop, ha giustificato la decisione del suo manager, che ha motivato il licenziamento con la perdita di fiducia nella sua dipendente, poiché la vicenda "vista dall’esterno può sembrare una bagattella, ma noi lavoriamo con informazioni e dati molto sensibili. Se non ci si fida più di qualcuno, la cosa non crea una buona atmosfera".

La difesa L’avvocato della segretaria ha invece sostenuto che la sua assistita "era convinta di aver agito correttamente, poiché è prassi normale che i resti di un pranzo di lavoro durante un meeting possono essere poi distribuiti ai collaboratori". Anche il giudice ha riconosciuto che la vicenda "non costituisce un caso classico di furto" ed ha proposto all’azienda la conciliazione del contenzioso con la revoca del licenziamento e la pronuncia di un’ammonizione. Ma i responsabili del "Bauverband" sono stati irremovibili, con la conseguenza che le parti si rivedranno adesso per un regolare processo nel gennaio prossimo.

I precedenti Non è la prima volta che in Germania un dipendente viene licenziato per mancanze apparentemente di poco conto. Nell’agosto scorso una società di Oberhausen aveva licenziato un dipendente per aver ricaricato il suo cellulare sul posto di lavoro, provocando un costo per l’azienda di 0,00014 centesimi. A creare un’ondata di proteste in tutto il paese era stata invece nel febbraio scorso la conferma definitiva del tribunale di Berlino del licenziamento di una commessa, diventata famosa con il suo nomignolo di Emmely, che nell’agosto 2008 si era appropriata di due buoni deposito per i vuoti di due bottiglie, del valore di 48 e 82 centesimi, dimenticati una settimana prima da un cliente.

La scorsa primavera la commessa di una panetteria di Friedrichshafen, sul Lago di Costanza, è stata licenziata per un ammanco di cassa di 1,36 euro.

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