Mangiare sicuro, questo è l’anno dei cibi «esotici»

Tahini sotto vetro dal Medioriente (semi di sesamo schiacciati); humus in scatola (salsa di ceci molto diffusa in Libano, Siria, Giordania e Irak); cola-ginger in lattina, bibita gasata ai semi di basilico con miele e zenzero made in Thailandia. Sempre più Paesi in via di sviluppo vorrebbero conquistare una fetta del nostro mercato con i loro alimenti tradizionali. Ma esiste un controllo serio sulla qualità di questi prodotti che sempre di più affollano gli scaffali dei supermercati?
Con il 2006 entrano in vigore in Europa una serie di normative relative all’alimentazione per garantire la sicurezza non soltanto dei cibi, ma anche dei mangimi animali, compresi quelli di importazione. Le nuove leggi vengono applicate in ogni passaggio della catena alimentare e tutti gli operatori coinvolti saranno direttamente responsabili dell’applicazione degli standard di sicurezza richiesti.
Dagli Usa intanto arriva il controllo-gelato: la produzione a livello industriale comprende infatti numerosi passaggi. Talvolta può succedere che dei corpi estranei finiscano nel gelato e non vengano identificati se non dal consumatore finale, provocando disgusto o eventuali danni. Per ovviare a questo inconveniente i ricercatori del Pacific Northwest National Laboratory hanno sviluppato uno speciale metodo di controllo basato sugli ultrasuoni, che permette di individuare oggetti anche molto piccoli all’interno del prodotto finito. Gli ideatori pensano all’utilizzo della metodica anche nel campo degli omogeneizzati per bambini.
Nel frattempo si consiglia di stare attenti a certi cibi, crudi in particolare, soprattutto con l’arrivo del caldo. Agli amanti del sushi si consiglia di andare soltanto nei ristoranti dove le norme igieniche vengono rispettate.

Proprio di recente nel cuore di Milano un noto ristorante giapponese ha dovuto chiudere i battenti. Sporcizia diffusa e cibo mal conservato hanno portato i Nas a sigillare il locale presente su molte guide gastronomiche nazionali.

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