da Milano
Quando un cantante ti dice subito che «la parola è uno sposalizio con la musica», ha già riassunto un bel po del suo nuovo disco: cè allora, nelle sue canzoni, molta ricerca nei testi e altrettanta dolcezza nei suoni. Se poi, come capita, il disco salta fuori qui e là in radio quando meno te laspetti, piace ai ragazzini ma anche ai genitori, allora il gioco è fatto: dopo tanti anni di carriera (e cinque milioni di dischi venduti) Mango è un artista che è riuscito a far fuori la tagliola anagrafica e con il suo canto arriva ormai dappertutto.
Così il nuovo ciddì Ti amo così è un gioco dequilibrio tra poesia e suoni eleganti, quasi rock come in Piccolissima o anglolatini come in Così è la vita, con un minimo comun denominatore: la serenità. Non fosse che per questo - regalo rarissimo ormai - le sue nuove canzoni meritano lascolto. «Oltretutto a registrarlo ho impiegato molto meno delle altre volte. Sono tutti brani nati, come si dice, allimpronta», spiega lui con lo stesso nitore con cui canta Damore sei damore dai o Mio fiore mio. E solo quando affronta I te vurria vasà, un classico della canzone napoletana, la sua voce si accende di quellumoralità che altrimenti raramente sfodera.
Forse sottovalutato allinizio, caparbiamente fuori dai super circuiti promozionali, Mango è una piccola sorgente di musica sganciata dallattualità e, soprattutto, dalle pinzillacchere esistenziali che spesso saggrovigliano in altre canzoni. Così lui dice: «Non mi interessa parlare di guerra, la gente è stanca di imbecillità, vuole valori veri da contrapporre a politica o delinquenza: lamore resta la cosa più importante». Appunto.
E fateci caso: il suo non è un modo di dire. Basta ascoltare Dicembre degli aranci per dargli ragione. Mango lo canta con sua moglie Laura Valente e la loro intimità danimi, e la somiglianza di passioni, vien fuori subito. Lui te lo spiega quasi imbarazzato: «Cantare insieme ci sembrava un po stupido, in passato ci saremo rifiutati di farlo almeno otto miliardi di volte. Ma stavolta quando ha sentito il brano, si è commossa subito. E il nostro non è un duetto: solo alla fine la mia voce incontra la sua».
Ora questo ciddì (realizzato con il fidato arrangiatore Rocco Petruzzi) diventa lossatura di una tournée che partirà a febbraio, giusto prima del Festival. «Sanremo? - conclude lui -. Mi hanno invitato come ospite, vedremo».
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