Le mani della sinistra sulle leve del potere

da Roma

«Relazioni pericolose». È questo il titolo dell’ultimo numero di Ideazione che sarà disponibile in edicola e in libreria da giovedì prossimo. La rivista di cultura politica più influente e diffusa dell’area liberale, esamina in sei punti il rapporto della sinistra italiana con lo Stato e la società civile. Sei punti che il Giornale anticipa in questa pagina monografica estrapolando dai saggi di Francesco Forte, Arturo Diaconale, Cristiana Vivenzio, Nicolò Zanon, Alessandro Bezzi e Giovanni Orsina, alcuni passi significativi. I settori presi in esame da Ideazione sono le banche, la magistratura, la burocrazia, il territorio, l’informazione e la cultura. Il dato che emerge è quello della pervasività del potere della sinistra italiana, la sua ramificazione, la sua capacità di moltiplicarsi nel tessuto sociale. Le analisi proposte non si limitano a fotografare la realtà, ma ne propongono gli sviluppi in caso di affermazione dell’Unione nella competizione elettorale. Si tratta di uno scenario poco incoraggiante per un Paese che vuole affrontare la sfida della modernità e vuole dirsi libero e agganciato ai valori dell’Occidente.

Un sistema bancario che fa quasi interamente capo alle forze dell’opposizione, un sistema di Comuni, Province e Regioni ancorato al potere rosso, una magistratura non organica ma addirittura sovraordinata rispetto alla politica e con una sinistra acritica e pronta a seguirne i colpi di coda, un sistema dell’informazione dominato da giornali-partito a senso unico (a sinistra), un ceto intellettuale a una dimensione (progressista e anti-berlusconiano), una burocrazia lottizzata e un Paese, l’Italia, che avrebbe bisogno ancora di una grande iniezione di liberalismo e non di una sinistra settaria.

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