«È un maniaco perfezionista, fa quasi terrore»

da Roma

Che cosa vuol dire avere a che fare con un regista, che è il maestro dell’orrore e che si suppone faccia spavento agli altri, anche nella routine quotidiana? «Girare con Dario Argento è uno spettacolo, già in fase di preparazione. Sono ammirato dal modo, quasi maniacale, con cui lui fissa e guarda tutto, preparando anche ogni minimo dettaglio di sceneggiatura con molta precisione», risponde Lamberto Bava, regista e amico personale di Dario Argento, oltre che figlio del cineasta Mario.
Presente al dibattito seguito a «Generazioni a confronto», la rassegna romana che ieri prevedeva, appunto, la proiezione di Opera e una discussione, a seguire, condotta da Steve Della Casa, Lamberto Bava ha confermato la propria stima, nei confronti del «master of horror» romano. «Certo, circola angoscia quando hai Dario sul set, perché lui è un perfezionista incallito e pretende il massimo da chi lavora insieme a lui», racconta Bava. Se per quest’ultimo lavorare con l’autore di Suspiria sortisce un effetto di ottimizzazione dell’altrui lavoro, per lo sceneggiatore Franco Ferrini elemento dominante è la paura. «Amavo i film di Dario Argento fin da prima di conoscerlo. I suoi lavori mi terrorizzavano, per questo evitavo di entrare in confidenza con lui.

Ma poi ho finalmente capito che Dario è un grande, che non gira i film per se stesso, ma presuppone sempre un pubblico, da divertire e da terrorizzare. In questo, la pensa come Alfred Hitchcock, pur discostandosene, in quanto autore non prevedibile, o classico», spiega Ferrini, mettendo in rilievo come Dario Argento si senta e sia «più uno scrittore, che un regista».

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