Roma - Meno tasse su cittadini e imprese, riduzione e riqualificazione della spesa pubblica e riforme per garantire governabilità e stabilità al Paese: sono queste alcune richieste che la Confcommercio ha avanzato in una sorta di "manifesto" da sottoporre agli schieramenti politici in vista delle prossime elezioni. Gli imprenditori avanzano insomma le loro priorità soprattutto perchè la situazione complessiva non è rosea come ha spiegato lo stesso presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che ha sottolineato come l’economia italiana quest’anno crescerà "largamente meno dell’1%", mentre l’inflazione dovrebbe riaccendersi sotto la spinta del caro-energia e degli aumenti di alcune materie prime agricole.
Crollo dei consumi Una situazione che del resto ha già fatto scattare un importante campanello d’allarme, quello dei consumi che - come rileva la stessa organizzazione - a gennaio sono scesi dell’1,1%, il dato peggiore degli ultimi 3 anni. Unico dato positivo intravisto da Sangalli è nei toni della campagna elettorale che, almeno finora, sono "meno belligeranti e più sanamente competitivi". C’è inoltre una condivisione sui temi più importanti come ad esempio la necessità di intervenire sulla bassa crescita che insieme a "competitività difficile e produttività stagnante sono i mali, non oscuri e di lungo periodo, dell’economia italiana". Occorre così proseguire nel confronto sui deficit strutturali del paese e far sì che "la prossima legislatura sia davvero costituente".
La pressione fiscale elevata frena la crescita La ricetta di Confcommercio parte dalla risoluzione del nodo rappresentato dal "cortocircuito tra una spesa pubblica troppo elevata e scarsamente produttiva e una troppo elevata pressione fiscale". E in concreto si chiede un calo della spesa pubblica primaria di 5 punti di Pil nella prossima legislatura e sempre un calo di 5 punti viene chiesto per l’aliquota media Irpef. In questo modo - dice Sangalli - "se ne gioverebbero tutti i redditi da lavoro con benefici effetti sulla domanda interna, sui consumi delle famiglie, sul Pil".
Detassare gli straordinari, tagli a Ires e Irap Servirebbe poi la detassazione "secca e non progressiva con un’aliquota intorno al 10%" degli straordinari e "maggior equità e selettività per gli studi di settore". Sempre sul fronte imprese si chiede una "riduzione netta del prelievo Ires e il progressivo superamento dell’Irap" mentre per l’Iva si ipotizza il pagamento all’incasso e un’aliquota più competitiva per il turismo.
Liberalizzare i servizi Infine le liberalizzazioni nel campo dei servizi: "liberalizzazioni ben fatte che agiscano sui servizi energetici, telefonici, bancari e assicurativi, sui servizi pubblici locali e sul sistema delle professioni generando crescita aggiuntiva nell’ordine di 1,5 punti di Pil".
Occorre insomma spingere l’acceleratore dell’economia "perchè - afferma Sangalli - con una crescita dello zero virgola o anche dell’ uno virgola non si va davvero lontano: non ce la si fa in particolare a dare risposta all’attesa di maggior reddito netto disponibile per i lavoratori e le famiglie".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.