Roma - Prodi incassa la doppia fiducia sulla finanziaria. Il secondo voto passa con 163 sì e 156 voti contrari e segue l'en plein dei senatori a vita per la prima fiducia. L’asticella per la maggioranza resta immobile a 163 - come per il primo voto - mentre la Casa delle Libertà registra un voto in meno rispetto alla prima fiducia, in quanto il centrista Mario Baccini non ha fatto in tempo a votare. Sei senatori a vita presenti, sei voti per il Governo: sei voti di differenza - decisivi - che sono quelli di Rita Levi Montalcini, Carlo Azeglio Ciampi, Emilio Colombo, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Oscar Luigi Scalfaro. Unico assente Sergio Pininfarina.
La prima fiducia L’opposizione raggiunge quota 157 grazie al voto del senatore Franco Turigliatto (ex Prc). Al netto quindi dei senatori a vita, nella prima votazione il centrosinistra e il centrodestra sono in condizioni di parità (157 a 157) nell’aula di Palazzo Madama. Numeri importanti dal momento che al Senato in caso di pareggio un provvedimento viene bocciato. Al primo voto di fiducia erano presenti in aula 321 senatori ma, come di consueto, hanno votato in 320 visto che il presidente Franco Marini per prassi non vota.
I tre "diniani" votano sì Fiducia al governo per la Finanziaria e voto favorevole al ddl sul Welfare da parte dei senatori vicini a Dini. Lo aveva annunciato in aula al Senato il liberaldemocratico Natale D’Amico, in dichiarazione di voto sulla fiducia. "Ci apprestiamo a dare il nostro voto favorevole alla legge Finanziaria per il 2008 - ha detto - così come daremo un voto favorevole sul disegno di legge in materia previdenziale. Ma con questo - ha sottolineato - consideriamo conclusa una fase della vita politica nazionale".
Fisichella, sostegno sofferto Domenico Fisichella aveva annunciato il suò sì, ma "sofferto", alla fiducia chiesta dal governo alla legge finanziaria. Un sì per evitare l’esercizio provvisorio. Ma il rapporto con il Governo si è esaurito. Questa la posizione del senatore Fisichella, passato al Misto dall’Ulivo con la nascita del Pd. "Voterò oggi e domani la fiducia come espediente tecnico per evitare l’esercizio provvisorio - ha detto il senatore in Aula -. Ma la fiducia politica con il Governo in carica si è esaurita, senza possibilità di recupero".
Andreotti: "Comprensione per il governo" "Voterò la
fiducia. Ho fatto per tanti anni il ministro e il presiedente del Consiglio, un po' di comprensione per chi governa ce l’ho..". Giulio Andreotti aveva risposto così interpellato sul suo voto per la fiducia alla finanziaria.
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