Mantovani: «L’ex sindaco di Turbigo non sarà nel gruppo consiliare del Pdl»

Mario Mantovani è in piena sintonia con Letizia Moratti. Il coordinatore regionale del Pdl dichiara chiuso il caso Lassini. E spiega che comunque vada il voto, se anche fosse eletto consigliere comunale, Roberto Lassini non siederà tra i banchi del Popolo della Libertà: «Come ha rinunciato irrevocabilmente alla candidatura, così auspichiamo si dimetta da consigliere della città qualora eletto. E comunque non farà parte del gruppo consiliare del Pdl». Mantovani invita a concentrarsi sul programma, sulla campagna elettorale e sulla manifestazione al Palasharp che sarà chiusa dal presidente del consiglio: «Silvio Berlusconi il 7 maggio prossimo sarà in città per lanciare l’ultima settimana di mobilitazione elettorale con i team della libertà che ad oggi sono già 500 e consolidare così il percorso di cambiamento e di innovazione realizzato da Letizia Moratti negli ultimi cinque anni, per portare Milano e le sue eccellenze ad essere città del nuovo secolo».
Nessuna particolare sorpresa per le differenze di opinione all’interno del Pdl: «Il Popolo della Libertà è un grande partito ed è naturale e positiva la dialettica interna». Ma nella nota firmata a quattro mani con la vicecoordinatrice regionale, Viviana Beccalossi, lancia un appello perché siano archiviate le polemiche. Roberto Lassini, dal canto suo, non commenta. L’autore dei manifesti anti-pm incassa in silenzio le dichiarazioni di Mantovani, che lo escludono dal Pdl anche in caso di una sua elezione in consiglio comunale. «Non intendo commentare, non faccio dichiarazioni» sono le uniche parole strappate al candidato che con i suoi manifesti ha scatenato tante polemiche. In ogni caso, Lassini era già stato informato dai vertici del Pdl della decisione assunta dal partito. I sondaggisti al momento accreditano buone chance all’ex sindaco di Turbigo. «Lassini ha grandi probabilità di essere eletto» dichiara Nicola Piepoli ad Affaritaliani: «È una cosa abbastanza certa. Del resto, il messaggio contenuto in quei manifesti non era estraneo a quel che pensa un grosso gruppo di persone. Che, a questo punto, reagirà votando Lassini».
In campo anche il vicesindaco, Riccardo De Corato: «Basta con le polemiche interne, abbassiamo i toni e concentriamoci sulle elezioni». Un appello alla compattezza arriva dal leghista Davide Boni: «La Lega Nord è ben consapevole che vincere al primo turno significa salvare Milano, garantendo la tutela dei nostri valori, della nostra cultura e della sicurezza. Ci auguriamo che anche il Pdl si metta a lavorare a testa bassa, per tagliare insieme e in maniera decisa questo traguardo». E ancora: «Non possiamo infatti rischiare di consegnare il capoluogo lombardo nelle mani dell’estrema sinistra e dei vari Pisapia che non fanno altro che parlare di diritto di voto agli immigrati, di nomadi e di realizzare una grande moschea a Milano».
Sul caso interviene anche il sottosegretario ai beni culturali, Francesco Giro: «Letizia Moratti è un sindaco eccezionale e mi spiace che venga messa in difficoltà da polemiche interne al Pdl, stupide e incomprensibili.

È un sindaco che ha realizzato un grande-piccolo capolavoro assoluto che pone Milano al centro del panorama culturale mondiale al pari di Parigi, Londra e New York con l’apertura del nuovo Museo del ’900 all’Arengario, un museo di eccellenza che in pochi mesi ha messo addirittura in affanno altri musei di arte contemporanea italiani come il Maxxi di Roma, il Mart di Rovereto, il Mambo di Bologna e il Rivoli».

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