Senza intromettermi nel travaglio che in queste ore vive il Pd sulla vicenda immigrazione, giro uninformazione ai 105 componenti del gruppo di lavoro dellassemblea nazionale del partito a ciò dedicato, che ne discutono da ieri, e ai 75 del Movimento democratico dellonorevole Veltroni, che hanno proposto lintroduzione nellordinamento italiano di «un sistema di ammissione a punti» per gli immigrati: se vogliono una sintesi, essa già cè. È contenuta nella legge 15 luglio 2009, numero 94; larticolo 1 comma 25 impone la «sottoscrizione, da parte dello straniero, contestualmente alla presentazione della domanda di rilascio del permesso di soggiorno (...), di un accordo di integrazione, articolato per crediti, con limpegno a sottoscrivere specifici obiettivi di integrazione, da conseguire nel periodo di validità del permesso di soggiorno. La stipula dellaccordo di integrazione rappresenta condizione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno. La perdita integrale dei crediti determina la revoca del permesso di soggiorno e lespulsione (...)». Il decreto attuativo di questa norma è stato redatto da tempo dagli uffici legislativi dei ministeri interessati, ed è attualmente allesame della Conferenza Stato-Regioni. Esso disciplina nel dettaglio la forma dellaccordo e assegna un punteggio ai crediti e ai debiti. Fra i crediti assumono importanza la conoscenza della lingua (a seconda del livello, da 10 a 30 punti), la cultura civica (da 6 a 12 punti), i percorsi di istruzione, anche tecnica (da 4 a 30 punti), la frequenza universitaria, e così via. Fra le decurtazioni, vi è la commissione di reati (in base alla gravità, sottrazione di punti da 3 a 25).
Breve antologia dei commenti di esponenti del Pd quando il Parlamento ha esaminato laccordo di integrazione, e dopo. Mauro Maria Marino (intervento al Senato, il 18 novembre 2008): il «permesso di soggiorno a punti» è «disumano». Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pd (sito Corriere.it, 7 ottobre 2008): «il permesso di soggiorno a punti (...) mi sembra lennesima proposta bizzarra». Così 15 «parlamentari cattolici del Pd» (Unimondo.org, 10 ottobre 2008): «I punti servono per le merendine (...). Si tratta di persone e non di pacchetti acquistabili con i punti». Livia Turco (Ansa, 4 febbraio 2010): «Il permesso di soggiorno a punti rappresenterà le forche caudine che ostacoleranno lintegrazione e favoriranno lirregolarità».
*Sottosegretario allInterno
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