Manuela Arriola Uranda & C.

Si tratta di tre suore delle Ancelle Adoratrici del SS. Sacramento e della Carità, trucidate dai repubblicani nel 1936 insieme ad altre venti consorelle. Fu un massacro di gruppo (ventitré suore in tutto) ma, chissà perché, il processo di beatificazione menziona solo le prime tre. La prima, Manuela Arriola Uranda, era una basca nata nel 1891 a Ondárroa. Nel 1916 si era fatta suora col nome di Manuela del Sagrado Corazón de Jesús. Era stata direttrice della scuola che le Ancelle tenevano a San Sebastián, poi vicesuperiora a Bilbao e infine segretaria generale a Madrid. Juana Francisca Labeaga García, navarrina nata nel 1864 a Desojo, era dal 1883 suor Blasia de la Cruz, infermiera. Lucía García García aveva solo ventotto anni. Nata in provincia di Avila, divenne suor Lucilla de Jesús nel 1930 e faceva la cuoca nel convento. Allo scoppio della guerra civile, scatenatasi la caccia al cattolico, le suore si dispersero. Come avevano cercato di fare gli appartenenti a molte congregazioni nei luoghi a rischio, anche le Ancelle cercarono scampo tornando in famiglia o affittando un appartamento defilato nel quale continuare in qualche modo la vita comunitaria. Il gruppo che ci interessa, quello delle ventitré Ancelle, aveva fatto appunto così, trovando casa a Costanilla.

Andò tutto liscio fino al 9 novembre, quando qualcuno andò a fare la spia ai miliziani. Questi irruppero nell’appartamento e portarono via le suore. Le rinchiusero nell’ex monastero di Ceca de Fomento trasformato in carcere. L’indomani all'alba, caricatele su di un camion, le fucilarono nel cimitero.

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