Da Mao al Leoncavallo. Ecco l’armata rossa che imbarazza il Pd

Con il centrosinistra antiproibizionisti e centri sociali. Otto liste con idee trasgressive che spiazzano i cattolici. In corsa anche il dirigente del gruppo Italia-Cuba e l’attivista di Arcilesbica. Quel "clan dei 51": cuore a sinistra e portafoglia destra di Paolo del Debbio

Dall’ex militante del Le­oncavallo e storico writer mi­lanese Davide «Atomo» Ti­nelli al leoncavallino d’assal­to, Francesco Daniele detto «Face», che si propone di «portare l’antiproibizioni­smo in Comune, al grido «Di marijuana non si muore, ma il proibizionismo uccide». Dall’attivista di Arcilesbica Luisa Bordiga all’ultimo ma­oista rimasto a Milano, Vladi­miro Merlin, dall’architetto di Expo e della Maddalena, Stefano Boeri al radicale Mar­co Cappato, dal presidente del Satam, il sindacato dei ta­xisti Raffaele Grassi alla con­sorte del presidente del cda del Corsera Ada Marchetti Gi­gli, al dirigente dell’Associa­zione Italia Cuba, Raul Della Cecca. Ancora dalla signora Moratti, Milly, moglie di Mas­simo a Enrico Fedrighini, ca­polista dell’«unica lista am­bientalista che non ha lega­mi con famiglie di petrolieri famose a Milano». Ecco a voi la variegata ed eterogenea coalizione, otto le liste, che sostiene il candi­dato sindaco del centrosini­stra Giuliano Pisapia. A evita­re che l’armata rossa si tra­sformi in un’armata Branca­leone l’avvocato «figura di ga­ranzia e di sintesi, una perso­na capace di mediare» per Vladimiro Merlin, tra i 100 fir­matari dell’appello per la ri­costituzione del partito co­munista. Per la mancanza della sua firma,l’unica,la mo­zione urgente di Giulio Galle­ra (Pdl) per la liberazione di Ai Weiwei, designer cinese ar­restato venerdì scorso, non è stata approvata. Non è la pri­ma vota che Merlin, passato dal movimento studentesco alla lotta sindacale, «boicot­ta » le mozioni anti Cina. Lo scorso ottobre si rifiutò di fir­mare la mozione urgente per Liu Xiaobo il cui primo firma­tario era Davide Corritore (Pd). «A quanto mi risulta Ai Weiwei è stato arrestato per reati fiscali e poi la Cina ha molto migliorato in questi an­ni le condizioni di vita del suo popolo. Niente a che ve­dere con quello che sta succe­dendo in Honduras dove so­no state ammazzate già 60 persone nel più assolto silen­zio. Il consiglio - polemizza Merlin - difende i diritti civili a senso unico: la situazione dell’Honduras è ben più gra­ve di quella cinese ma l’aula non ha voluto denunciarla. Da quel giorno ho deciso che non avrei mai più appoggia­to mozioni dei consiglieri sui diritti umani». Quello che sembra un cock­ta­il mal riuscito di proletaria­to, mondo antagonista e bor­ghesia radical chic agli occhi del candidato sindaco «è una coalizione molto ampia con un progetto unitatario e una volontà di cambiare questa città». Per Pisapia «è impor­t­ante che si sia finalmente riu­sciti a trovare una coesione politica e sociale senza nes­sun litigio e con una volontà unitaria». Ma la costruzione della squadra «Sinistra per Pi­sapia » racconta una storia di­versa: la lista capeggiata da Basilio Rizzo (lista uniti per Dario Fo) tra i più feroci con­testatori del sindaco, avreb­be voluto arruolare anche Sel, che però ha rifiutato, pre­ferendo la corsa in solitaria.

La coesione politica? Tradita dalle parole di Enrico Fedri­ghini, che presentando la sua lista ecologista ha attac­cato la sua collega di coalizio­ne, Milly Moratti,moglie del­l­’ad di Saras. L’effetto boome­rang è garantito.

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