A liste consegnate, ombrellate e insulti. A Fabio Capello hanno detto che ricorda il peggior Sven Goran Eriksson, a Carlos Dunga che fortunatamente non era lui il selezionatore nel 1958 altrimenti Pelè non avrebbe mai giocato il mondiale, a Raymond Domenech hanno fatto sapere che il mondiale in Francia frega zero e che eventualmente il 78 per cento prevede un ritorno in patria dei Bleus dopo la prima fase a gironi. Si è salvato solo Maradona che ha abilmente escogitato una strategica consegna della lista a mezzanotte meno un minuto, termine massimo consentito dalla Fifa. Nessuna spiegazione sulle scelte, un solo giornalista ammesso al suo cospetto al quale se anche ha dato spiegazioni, ha proibito di divulgarle. A Julio Grandona, presidente federale, le spiegazioni erano dovute: la mancata convocazione di Cambiasso, Zanetti e soprattutto Gago, le chiamate di Coloccini, Bolatti, Datolo e un certo Diego Raúl Pozo, trentaduenne portiere del Colon.
Diego non ha risposto ad alcuna domanda, ma ha già dettato la formazione: «Ho chiamato tutti giocatori allapice della carriera, questa squadra è più forte di quella dell86 che ha vinto il Mondiale. Messi libero di fare quello che vuole, non come nel Barcellona, al suo fianco Higuain. Veron avrà le chiavi della regia. So cosa vogliono gli argentini». A Baires continua a prevalere il carisma sulla fiducia nelle sue possibilità.
A Fabio Capello hanno anche chiesto se valesse la pena di chiamare il pronto soccorso in nazionale fornendogli la lista: Gareth Barry, 29 anni, legamenti della caviglia malconci, e poi Joe Cole, 28 anni, Ledley King, 29 anni, ginocchio tribolato, Scott Parker, 29 anni, Adam Johnson, compreso lirrinunciabile Wayne Rooney, traumi e ricadute in serie. Ultima tegola linfortunio di John Terry, 29 anni, finito in ospedale al termine dellallenamento di ieri per un pestone al piede. Dopo due anni e mezzo, con questa lista ha mandato tutta la nazione nel caos, scrive Daily Mail. Capello ammette che il difficile arriverà ora, quando dai trenta dovrà depennarne sette: «Le mie scelte dipenderanno soprattutto dalle condizioni fisiche, dalla freschezza, dagli infortuni». Ma il Daily lo attacca frontalmente: «Nonostante resti il più adatto per risolvere questa situazione, Capello pare aver perso quellaura che lo distingueva».
Carlos Dunga ha affrontato largomento molto da lontano, mentre Adriano piangeva in una delle favela di Rio, il ct ha parlato della mancata convocazione di Ronaldinho Gaucho e ha rivolto una domanda ai giornalisti: «Ma come, avete scritto e detto per anni che ancora non si era trovato uno in grado di farlo giocare nella sua posizione naturale, e adesso venite a chiedermi di farlo giocare da centrocampista?». Domanda inevasa, allora il ct ha chiesto tregua: «Vabbè, lo metto nella lista dei sette... se qualcuno si infortuna...».