da LAvana
Fidel Castro e Diego Maradona insieme, una coppia che ha reso mediaticamente eccezionale lo show televisivo Mesa Redonda di giovedì, il più popolare dell'isola, in cui per varie ore, oltre a scambiarsi elogi - «Lei è un Dio, il più grande di tutti», si è esaltato l'ex Pibe de Oro, ricevendo in contraccambio un «tu sei il Che Guevara dello sport» -, hanno infierito da par loro su un nemico comune, George W. Bush.
«Bush è l'uomo-guerra della dottrina post-hitleriana e il suo governo ha inciso sull'incremento del terrorismo, quello praticato per decenni contro Cuba», è partito in quarta il líder máximo, con l'immancabile uniforme verde-oliva e mentre in studio lo seguivano attentissimi alcuni grandi dello sport cubano, tra i quali il saltatore Javier Sotomayor e il tre volte campione olimpico della boxe Teofilo Stevenson. E ha insistito: «Non sono stati forse gli Usa ad addestrare i torturatori che sono stati la causa dei 30.000 desaparecidos». E ha ironizzato: «Ed ora Bush andrà in Argentina, un Paese che la sua politica neoliberista ha depauperato, per un vertice delle Americhe fallito in partenza».
Maradona, maglietta blu Francia e grande croce al petto, non è stato da meno: «In Argentina sono in tanti contro di lui. Io sono il primo. Ci ha fatto danni enormi. Per me è un assassino, ci disprezza e ci calpesta».
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