Sul tracollo dellindustria automobilistica Usa, il Congresso trova un accordo di massima. I colloqui tra la Casa Bianca e i leader democratici, che per salvare le ex Big Three hanno messo sul piatto un pacchetto di 15-17 miliardi di dollari (dimezzato rispetto alle richieste dei tre big), continueranno anche oggi. Ma il conseguente choc che ha colpito il settore in Europa e si sta diffondendo nel resto del mondo avrà come effetto lo sconvolgimento degli attuali equilibri.
Sergio Marchionne, ad di Fiat, è il primo tra i top manager a delineare il possibile scacchiere in cui si giocherà la futura partita dellauto. Torino, in proposito, sarà parte attiva della rivoluzione mondiale degli assetti e, secondo indiscrezioni, starebbe cercando di stringere i tempi allo scopo di formare una maxi-aggregazione italo-franco-tedesca. Peugeot Citroën e Bmw sarebbero i partner più indicati per una grande alleanza europea da contrapporre alle altre aggregazioni. In unintervista ad Automotive News, Marchionne afferma che le case saranno obbligate a fondersi per sopravvivere allassalto della crisi globale, lasciando così il settore con soltanto sei grandi agglomerati. Di nomi Marchionne non ne fa e si limita a dire che «lunica via di sopravvivenza è di produrre più di 5,5 milioni di auto lanno». Lo scenario delineato, riguardante i produttori su larga scala, prevede «una casa Usa (Gm+Chrysler, ndr), una tedesca (Volkswagen+Mercedes, ndr), una franco-giapponese, forse con unestensione negli Usa (Renault-Nissan+Ford, ndr), una in Giappone (Toyota+Honda, ndr), una in Cina e unaltra potenziale europea (Fiat+Psa+Bmw, ndr)». Nelle aspettative dellad questo consolidamento dovrebbe avvenire nei prossimi due anni. Al momento, solo cinque case (Toyota, Gm, Volkswagen, Ford e Renault-Nissan) vantano il livello ottimale per affrontare il futuro. «Questo comparto sarà completamente diverso - ha sottolineato il top manager - lindipendenza non è più sostenibile». Una volta capito il destino dellauto Usa, sarà più facile comprendere il futuro delle collegate Ue di Gm (Opel e Saab) e Ford (gli impianti di Ford Europa e Volvo).
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