Marcia indietro dei sindaci di sinistra dopo il video della fine di Quattrocchi

Ma per «il Manifesto» non è il caso di definirlo un eroe

Marcia indietro dei sindaci di sinistra dopo il video della fine di Quattrocchi

Claudia Passa

da Roma

Ci volevano le drammatiche immagini della sua morte da eroe perché cadessero le ultime resistenze. Eppure su Fabrizio Quattrocchi c’è chi non si arrende. Il Manifesto, ad esempio, che per bocca del co-direttore Mariuccia Ciotta ha rivendicato la definizione di «mercenario» appellandosi a sottigliezze terminologiche da dizionario. E che ieri alla pagina 5 titolava In tv l’«eroe» Quattrocchi, lasciando intendere poco più sotto il senso di quelle virgolette, allorché il dopo-Tg1 di Clemente Mimum e la proposta lanciata da Enzo Fragalà (An) di conferire una medaglia d’oro al bodyguard ucciso in Irak sono diventati - per il quotidiano comunista - l’inaugurazione della «campagna elettorale delle destre».
«Si dovrebbero vergognare coloro che dissero che era un mercenario e un guerrafondaio come ha fatto quel sindaco di Genova, la sua città», aveva detto Gianfranco Fini dopo la diffusione del video-choc dell’esecuzione, recuperato dal Sismi, acquisito dalla Procura di Roma e affidato ai carabinieri del Ros. E ieri a puntare il dito contro Giuseppe Pericu, primo cittadino della «città della lanterna», è stato il presidente emerito Francesco Cossiga, che in un’interpellanza ha sollecitato il conferimento della medaglia anche «a tardiva riparazione del vergognoso comportamento usato per pavidità ed opportunismo nei suoi confronti dal sindaco di Genova», che disertò le esequie, e «dalle autorità religiose di quella città». Le quali tramite la Curia hanno definito le accuse «irricevibili perché false e infondate».
Anche Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, s’è rivolto a Pericu affinché Genova «dedichi alla memoria di questo suo figlio eroico una strada, una piazza, una scuola». E in serata il primo cittadino, di fronte al fuoco di fila, ha «confermato solidarietà e commozione» alla famiglia Quattrocchi, mentre ha «rimesso» all’assise consiliare l’intitolazione di un luogo simbolico al bodyguard.
«Non credo sinceramente che spetti a un sindaco avanzare proposte di questo tipo, semmai può farsene interprete», ha detto Pericu mentre più a sud - nella Capitale - il diessino Walter Veltroni imboccava la strada opposta. Con uno scarno comunicato, il Campidoglio informava infatti della richiesta del sindaco all’assessore competente affinché la «commissione Toponomastica» provveda ad intitolare a Quattrocchi una strada dell’Urbe. Il tempo di incassare il plauso della Cdl, poi il commento ad effetto: «È giusto onorare la sua memoria - ha detto Veltroni - nel modo in cui una città può farlo». Un «giusto risarcimento» secondo Gianni Alemanno, sfidante per il Campidoglio, che a Veltroni non ha risparmiato una stoccata: «Qualsiasi sindaco di Roma - ha detto il ministro - non avrebbe dovuto aspettare di vedere il terribile video dell’esecuzione».
Mentre in molte città si fa a gara per celebrare l’eroico bodyguard a colpi di toponomastica, una pioggia di consensi ha salutato la proposta di una medaglia d’oro alla memoria, rilanciata dal Foglio, e rivendicata anche da Giorgia Meloni, presidente di Azione Giovani che «in tempi non sospetti si è mobilitata per chiedere alle istituzioni di rendere omaggio» a Quattrocchi. E se il sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli ha criticato «il doppiosensismo della sinistra applicato con zelo sia in vita che in morte», la collega della Farnesina Margherita Boniver s’è detta «d’accordissimo» col tributare un riconoscimento a «un italiano che ha fatto una morte orribile ma che ha detto una frase - “vi faccio vedere come muore un italiano” - che entrerà nei libri di storia». Per Gustavo Selva (An) «Ciampi sa di sicuro quale onore si può dare a questo “eroe d’Italia”» che per Maurizio Gasparri (An) «è un esempio che gli italiani non devono dimenticare». Una proposta «da sottoscrivere» anche per Isabella Bertolini (Fi); dell’«eroismo» del bodyguard «non abbiamo mai dubitato - rivendica Ignazio La Russa (An) -, anche quando in tanti a sinistra lo definivano un mercenario». La stessa sinistra che Filippo Ascierto (An) invita a «chiedere scusa». Dall’opposizione gli unici a pronunciarsi sono stati Marco Minniti (Ds) che chiede «un riconoscimento ufficiale» per «un sacrificio doloroso proprio perché ingiusto», e di Marco Fistarol (Dl) per il quale «la forma dell’omaggio può essere oggetto di discussione, non certo la sua opportunità».


Chi ha trovato «devastante» vedere le immagini della morte di Quattrocchi è Maurizio Agliana, che con lui aveva condiviso la prigionia. Intanto - spiega il pm Franco Ionta - «sono in corso accertamenti per verificare la bontà del video che, alla prima visione, sembra comunque autentico».

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